giovedì 5 marzo 2009

Taccuino indiano, prime annotazioni

1 marzo 2009, ore 17,30, si parte......destinazione India.

Patrizia ed io abbiamo una cosa in comune: appena in viaggio, anche se la destinazione e' Casalpusterlengo, abbiamo subito fame, on the road dunque si mangia e senza sensi di colpa, l'appetito ci accomuna.

Prima pacchetto di crakers sull'autobus che va alla Malpensa per rimetterci dallo spavento scampato, alla stazione nord senza preavviso non partiva il Malpensaexpress per guasti sulla linea, autobus sostitutivo annunciato per una ora piu' tardi, panico, che si fa? Il notorio potente posteriore, (uso un eufemismo) di Patrizia ci ha salvate, arriva inaspettatamente subito un car. Ci facciamo un marocchino con brioche alla Malpensa, cena squisita sull'aereo, spuntino soft a Dubai ( aria condizionata con temperatura polare) e ripranzo o cena non so piu' verso Trivandrum nella seconda tratta di aereo, praticamente dei tacchini!!!!

All'uscita dall'aereoporto c'era un baldo giovane con il mio nome su un cartello gigante: ma chi saro' mai, mi sono sentita una diva in incognito, e non e' finita qui, con autista ci aspettava una Ambassador NOVA bianca degli anni cinquanta, tutta scassata ma con un fascino folle. Ohaooooo, mi e' venuto in mente il film L'amante di Marguerite Duras quando il bel cinesino l'aspettava in macchina fuori dall'uscita del collegio. nella mezz'ora in macchina dall'aereoporto al nostro resort, patrizia ed io capelli al vento ed i due indianini davanti eravamo felici e spensierate, ma dove siamo finite???
Ok, terminate le informazioni iniziali veniamo al sodo, vale a dire IL GIARDINO DELL'EDEN. Lo immaginate? come lo immaginate? Proviamo insieme: cominciamo col metterci un paesaggio da foresta tropicale, palme, cocchi, datteri, ibiscus giganti, e mille altre specie, aggiungetevi solo delle cornacchie nere che pranzano regolarmente con noi girando fra i tavoli tipo selfservice, non ci sono altri volatili maestosi, ma si sa, anche l-Eden non e' perfetto; a strapiombo sotto la foresta, alcuni grandi massi e poi una spiaggia stupenda marrone-rossiccia e gigantesca come quella di Rimini, d'inverno, quando non c'e' nessuno ed i vitelloni di Fellini vanno a spasso. Qua e la' una ventina di lettini all'antica, di legno massiccio tinto d'azzurro come a Venezia al Lido inizio secolo, atmosfera retro' da sballo. Quattro indiani "voglia di lavorare saltami addosso" lentamente ti portano un asciugamano che ha gia' molto vissuto a righe bianche e blu e fanno finta di togliere la sabbia, ma sono in divisa e si sentono importantissimi. Nell'Eden aggiungetevi mattina e pomeriggio i pescatori locali che buttano e ritirano le reti. In quella immensa spiaggia, una lunga coda di 25 uomini e ragazzi ritmano la tirata cantando, oggi nelle reti non c'era quasi niente, forse 10 kili di pescetti e 4 grandezza trota: si, e' l'Eden, gente antica, uno dei piu' vecchi lavori del mondo, il tempo al rallentatore, le donne sdentate e non che vendono frutta, manghi, papaie, ananas, i venditori ambulanti, pochi, gentili, sorridenti e non invadenti che ti fanno vedere la loro mercanzia. Per terminare il quadro paradisiaco ci mettiamo la nostra capanna dal tetto intrecciato con giardino e amaca davanti, semplice ma pulita e la terrazza dove si mangia a picco sull'oceano con tramonti mozzafiato, concerto di musica locale ogni sera all'imbrunire e poi per finire tutti, ma proprio tutti che sorridono sempre con sorrisi stupendi.
ecco, per stasera basta, domani veniamo all'ayurveda ed alle note dolenti delle schifezze che ci fanno bere per farci diventare superfighe supercazzole, sperando nei miracoli.

bacioni tanti sara

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