giovedì 29 giugno 2017

Pantelleria: il lago di Venere e la grotta di Ulisse

Nei luoghi dove la natura è protagonista incontrastata il mito è sempre in agguato e non a caso questo lago si chiama il lago di Venere, deessa superfiga per antonomasia  che secondo una leggenda locale creata ad hoc veniva da queste parti a specchiarsi per controllare la sua beltade prima dell'incontro con Bacco, anche lui abituale frequentatore dell'isola a garanzia della buona produzione di


vino come dimostrano i vigneti bassi bassi protetti dal vento presenti ovunque. Beh, i conti mitologici a Pantelleria tornano: se l'isola è il risultato di una o più eruzioni, Venere col marito Vulcano, ci sta, e Bacco, garante di passito, zibibbo e malvasia, pure. Se poi si va a fare il bagno vicino alla "caldarelle", il punto dove l'acqua raggiunge quasi 60 gradi e all'uscita ci si cosparge del prezioso fango che si trova vicino alla riva, pelle come seta, cura termale assicurata e reumatismi ti saluto, non c'è bisogno di spingersi fino al Mar Morto.

Per il sopravvenire di un certo languore ma soprattutto per desiderio d'ombra, abbiamo approfittato delle fresche frasche di "MaRai, semplicità e gusto" (più cordialità e gentilezza aggiungo io), come amano presentarsi nel loro biglietto da visita i proprietari di un camper superorganizzato. Mamma cucina e alla fine prepara il conto, papà assicura l'intendenza generale, figli e nipoti servono a tavola, davvero un bella équipe. Panelle fritte (farina di ceci), magnifico pane con il sesamo sopra, insalatone con dentro verdura saporitissima a chilometro zero e soprattutto una granita al limone buona come la sanno fare solo da queste parti, zucche arancioni sparse dovunque come decorazione del luogo. (MaRai, contrada Lago di Venere, agricolamarai@libero.it tel: 339-2159530)
E da Venere passiamo ad Ulisse con la visita alla grotta di Sataria,  Per via della sua posizione geografica l'isola è stata un punto di appoggio di primaria importanza nella navigazione fra l'Africa e la Sicilia, fra l'Oriente e l'Occidente e proprio per questo è stata di volta in volta occupata dai vari popoli che nel tempo l'hanno fatta da padrone nel Mediterraneo: fenici, cartaginesi, greci, romani, arabi...vuoi che Omero non ci abbia messo lo zampino? Vuoi che Ulisse, notorio giramondo, non sia passato da queste parti?
Grotta immensa e vi si accede attraverso una scala ripida costruita negli anni 60. La leggenda parla di questa grotta come luogo di incontro fra Ulisse e la ninfa Calipso e quindi Pantelleria potrebbe essere quell'isola di Ogigia di cui scrive Omero. Bei tempi per Pantelleria gli anni 60, ci racconta un'isolano emigrato a Roma molti anni fa che ora, da pensionato, qui ci viene nei mesi estivi mentre condividiamo l'ammollo in una vasca di acqua sorgiva calda dalle benefiche proprietà termali. Il signore ricorda che nella grotta c'era persino un bar, ci si veniva a passare le serate, si ballava pure fino a tarda notte; ora le luci della movida si sono spente, nessuna pulizia e manutenzione del luogo e tutto è all'abbandono.
Altro incontro di rocce, vasche termali e mare che abbiamo già sperimentato  è La Vela, terrazza e ristorante sul mare. dominata sull'alto della collina dal villaggio di Scauri con la sua chiesa bianca dedicata a San Gaetano. Qui le vasche termali di acqua sorgiva calda non si trovano nella grotta come a Sataria, ma all'aperto sotto il cielo e le si scoprono alla fine di una corta passeggiata. Ho particolarmente apprezzato una vasca "matrimoniale" perfetta per ciacole a due. C'è da dire che l'accesso al mare è comunque e dovunque un'impresa tantalica da sportivi sperimentati, meno male che ci sono queste jacuzzi naturali.
Una faticaccia riuscire a trovare l'ultima scoperta del giorno, ovvero la stele di Rekale di cui parlava una guida acquistata sull'isola e di cui nessuno sapeva niente, manco il guidatore dell'autobus e la postina cui abbiamo domandato informazioni. Effettivamente non si fa notare perché è una scultura piccola che si trova sul tetto interno di un vecchio dammuso privato. Si dice che potrebbe essere di origine fenicia o, cosa forse più probabile, che sia stata realizzata secoli fa da un ignoto pantesco, come si chiamano gli abitanti dell'isola. Tornata a casa urgeva una doccia fresca, ho aperto la finestra del bagno e ho visto questa scultura altrettanto bella:


martedì 27 giugno 2017

Pantelleria: Esperanza

Impensabile essere a Pantelleria e non fare in barca tutto il giro dell'isola per mare, si perderebbe il senso del luogo, del magico incontro fra terra e mare, dei suoi contorni fra grotte, anfratti, spettacolari stratificazioni rocciose colorate come l'arcobaleno, cioè il nero dell'ossidiana (vetro vulcanico la cui formazione è dovuta al rapidissimo raffreddamento della lava), visto che, come Lanzarote nelle Canarie e Madeira, l'isola è di formazione vulcanica, il rosso del ferro, il giallo dello zolfo, il bianco della pietra pomice, anche lei roccia magmatica.
Se poi si fa la scelta giusta prendendo l'Esperanza che, quando le condizioni del mare lo permettono, parte tutte le mattine alle 10 in punto (ritorno alle 17) dal porto di Pantelleria proprio davanti al castello medievale di Barbacane che domina la cittadina e il porto, il gioco è fatto, giornata stupenda assicurata. Periplo completo, numerose soste per fare il bagno davanti alle cale e ai punti panoramici più belli, durante la navigazione acqua fresca e zibibbo a volontà accompagnati da un piatto di pasta squisito al pomodoro, basilico, mandorle e capperi,  più caffè finale, il tutto per complessivi 35 euro.
Ho parlato della scelta giusta perché come sempre sono le persone a fare la differenza e Francesco, il capitano dell'Esperanza e Federico, il suo aiutante, hanno brillato per gentilezza, simpatia e professionalità. Francesco, un giovanottone di 28 anni già sposato e papà di un bambino è il proprietario dell'imbarcazione, ha frequentato la scuola nautica diventando ufficiale. Nei mesi estivi scorazza la gente intorno alla sua isola, nei mesi invernali fa manutenzione della barca e guida panfili privati.
 Federico è di Monza, ma tre anni fa, per i casi della vita, ha mollato tutto e tutti ed è venuto a stabilirsi definitivamente sull'isola. Per la verità c'era molta atmosfera anche sulla barca Futura, fin troppa direi, un casino della Madonna con canti e musica a manetta quando ci siamo ritrovati attraccati nella stessa caletta. Due o tre canzoni cantate a squarciagola va bene, ma il troppo storpia sempre, più rispettoso e proficuo, secondo me, ascoltare la voce del vento e contemplare la bellezza dei luoghi, la stessa filosofia di Francesco che preferisce non stipare la sua barca e fare il giro in silenzio. (Francesco cellulare: 3297239534).

Ogni cala, grotta, scoglio, punta hanno un nome che puntualmente ci sono stati detti via via che ci passavamo davanti, mi perdonerete l'imprecisione ma non li ho citati perché non me li ricordo; non ho scritto nemmeno dell'albergo appartenuto un tempo a Gheddafi, della tenuta di Armani e di vari altri gossip dell'isola perché in fondo non mi sembrano interessanti, il lavoro di secoli e millenni della natura sulle rocce e l'opera dell'uomo sul territorio mi sono sembrati più degni di attenzione. Ritorno al porto e bellissima giornata, grazie!!!!!