mercoledì 30 novembre 2011

Madeira: i gondolieri della strada


Tanto per cominciare ci siamo fatte quasi due amici, scrivo quasi perché non siamo ancora riuscite ad accarezzarli, ma al mattino quando usciamo dalla nostra quinta per le giornaliere esplorazioni, loro, nei giardini delle villette di fronte, non abbaiano più. L'amicizia, si sa, va costruita nel tempo.

Oggi sarà la prima giornata fuori porta, con la funicolare modernissima tutta vetri del lungomare si va a Monte, una località sulle colline di Funchal a vedere i tanti decantati giardini dell'isola. Visiteremo anche "il giardino tropicale di Monte Palace" e quello "do Palheiro" con la bellissima quinta non accessibile perché abitata dagli attuali proprietari, ma in primis la visita al giardino botanico appartenuto un tempo alla famiglia scozzese Reid ed ora pubblici. Racchiudono un piccolo museo di storia naturale con belle boiserie molto english e stupende terrazze fiorite e panoramiche con vista  a 360 gradi.

Grazie alle condizioni climatiche, costanti e miti tutto l'anno, qui, a 300 metri di altitudine, prosperano piante tropicali e subtropicali di tutto il mondo: si va dalle specie endemiche ad alberi da frutta ed ortaggi coltivati sull'isola. Completa il luogo un parco di pappagalli: erano bellissimi e li ho fotografati pensando alla mia amica nizzarda Gabi che nutre una passione sfrenata per i suoi  ara Andy e Caesar.

A Monte si trova anche il bellissimo Santuario di Nossa Senhora do Monte, patrona della regione e qui, in un semplice sarcofago di metallo è seppellito, morto in esilio,  l'ultimo imperatore d'Austria Carlo d'Asburgo. Quando durante la I guerra mondiale sale al trono austriaco, la fine della monarchia già si profilava all'orizzonte della storia e falliscono tutti i suoi tentativi di salvare il trono. Detronizzato su pressione delle potenze vincitrici verrà condotto da una nave da guerra  inglese a Madeira; Carlo d'Asburgo e la moglie Zita sbarcano nell'isola nel novembre 1921.
Una peculiarità di Monte è, per i coraggiosi, la discesa in slitta di vimini (carros de cesto). Proprio sotto la scalinata della chiesa, le slitte attendono. L'idea di questo mezzo di locomozione risale al 1800, servivano sia ai turisti che ai residenti di Monte per raggiungere rapidamente la città. Per la risalita c'era prima un servizio di portantine, poi la cremagliera. Alla guida provvedono due uomini nel tradizionale abito bianco.
Sarà anche divertente, ma di audaci oggi non ce ne sono e ci credo, chi si mette a scivolar giù per quella strada  scoscesa tutta sassi? a una signora in particolare le andrebbero le ovaie in gola; così i conducenti, in paziente attesa giocano a carte, dormono, telefonano, chiacchierano e si prendono il sole.

Sarà  che sono tutti  col costume nazionale, sarà per via di quei cappelli, sarà che sono una corporazione, ma mi è venuto da pensare ai nostri gondolieri di Venezia, gondolieri della strada e non dell'acqua.

martedì 29 novembre 2011

Madeira: la Quinta


A sud-ovest del centro di Funchal, tra mare e collina c'è la Marina e tutto il quartiere dei grandi alberghi delle catene internazionali, ma a noi non piace, oltre naturalmente ai prezzi consistenti ci sembrano senza anima, anonimi, mancano di intimità e così stiamo in una quinta, raccolta, fiorita e silenziosa sulla collina della città vecchia; bellissimo ogni mattina scendere a piedi in centro attraverso i vicoli, osservare la città che si sveglia, la gente che va al lavoro, gli uomini che prendono il caffè al bar, scoprire nuovi angoli.

In Sicilia si chiama "balio", in Puglia "masseria", in Spagna "finca" e in Portogallo "quinta", sono le proprietà agricole di campagna, grandi latifondi coltivati con le dimore padronali, in genere ad architettura quadrangolare chiusa con cortile e patio interni. Se la "quinta" portoghese è invece una struttura irregolare rettangolare aperta con grandi coltivazioni tutt'intorno, diffusasi soprattutto grazie ai commercianti di vino inglesi, insediatisi sull'isola tra il 1700 e 800,  la quinta di Madeira, o "quinta funchalese" che si è sviluppata a partire dal XVIII° secolo soprattutto nella baia di Funchal, è composta da una casa, una cappella  dove il parroco celebrava messe, matrimoni, funerali, un parco, un orto e una "Casinha de Prazer", il nostro cosiddetto padiglione da caccia, piccola costruzione situata ai confini della proprietà e della strada, non per le avventure galanti, ma per distrazioni sociali quali le carte, gli scacchi, il biliardo o guardare la gente fuori che passava.
La Quinta das Cruzes, situata oggi che la città è grandemente estesa praticamente in centro, occupa un ettaro e costituisce una memoria viva di un certo modo di essere e di vivere quasi completamente scomparsi a fine '900 sull'isola di Madeira. Pranzi, cene, inviti, gli incontri sociali nella "quinta" rappresentavano preziose opportunità per gli abitanti dell'isola che auspicavano affermare la loro dimestichezza con il mondo cosmopolita britannico mostrando gusto e raffinatezza attraverso mobili, pitture gioielli, la cosiddetta "art de vivre" per dirla alla francese.
 Qui ha probabilmente abitato Joao Gonçalves Zarco, uno dei primi scopritori e fondatori dell'isola a nome del Portogallo nella lontana prima metà del XV° secolo. La casa ha conosciuto negli anni importanti trasformazioni divenendo infine emblematico esempio  della "quinta di Madeira" e lo Stato ha acquistato lo spazio nel 1946 per farne un museo.

Oltre alle ambientazioni di vari stili, interessanti  i mobili per mettere le posate, foto d'epoca con i grandi contrasti fra scene di vita contadina e immagini aristocratiche  e "le casse da zucchero", sorta di madie basse o cassettoni. La loro origine risale agli inizi del 1500 quando l'economia dell'isola era fondata quasi esclusivamente sulla produzione ed esportazione di zucchero verso il mercato europeo. Quando poi Madeira si occuperà soprattutto dei processi di lavorazione e raffinazione mentre inizierà l'importazione della canna dal Brasile, questa verrà consegnata in casse di legni esotici (alcuni già presenti sull'isola come il vinhàtico) che sono serviti come materia prima per la produzione di mobili locali, denominati appunto "i mobili delle casse da zucchero".

Proprio accanto al Museo Quinta das Cruzes "l'Universo di Memorie", altra quinta fascinosa con la collezione privata di Joao Carlos Nunes Abreu, ex Segretario regionale del Turismo e della Cultura di Madeira, da lui offerta alla sua Regione Autonoma. Una quantità esagerata di oggetti di tutti i tipi, perfino un'incredibile collezione di cravatte, che testimoniano del particolare percorso privato del donatore sempre in giro per i quattro angoli del mondo. (anche di straforo non sono assolutamente riuscita a fare nessuna foto dell'interno).

Ma il luogo in assoluto più bello di questo percorso museale è la quinta  Museo Frederico de Freitas, la casa dove ha vissuto fino alla morte nel 1978 questo illustre giurista e collezionista isolano che l'ha poi donata alla città. Edificata dal conte Calçada, il palazzo risale al 1600, ma come molti edifici della città vecchia è stata massicciamente restaurato dopo il terribile terremoto del 1749 che ha grandemente distrutto la città vecchia.
 La residenza è stata realizzata in base ad un progetto ambizioso, con sale da ballo, sale da biliardo, biblioteca e giardino d'inverno e naturalmente la Casinha de Prazer, ma io sono riuscita a fotografare di nascosto solo la bellissima cucina. Per lo più mobili fabbricati anticamente a Madeira, quadri, incisioni, ceramiche, ricordi di viaggio o regali di amici, uno spaccato significativo di vita alto-borghese locale.

Accanto alla casa è stata realizzata ex-novo la Casa dos Azulejos, per ospitare ed esporre la ricca collezione raccolta dal Dr. Freitas. Gli Azulejos, quelle piastrelle in ceramica colorate introdotte in Portogallo intorno al 1500 da quell'autentico mecenate che fu re Manuel I, ispirandosi alle opere moresche della Spagna meridionale. Le prime manifatture portoghesi in ceramica imitano la tecnica italiana, ma è al barocco, epoca d'oro dell'arte degli azulejos che risalgono i monumentali quadri a piastrelle, grandi quanto intere pareti. Dalla città olandese di Delft invece, si è diffusa la moda di decorare gli articoli in ceramica secondo l'esempio cinese, esclusivamente in bianco e blu. Ma a Madeira non c'è argilla e tutti gli azulejos delle collezioni e delle decorazioni di case e chiese provengono da Lisbona o da Porto.


Giornata interessante e decisamente culturale, la terminiamo dunque coerentemente con un concerto per soli mandolini e chitarre alla English Church. Con strumentisti giovanissimi, persino dei bambini, si presenta come l'orchestra di mandolini più giovane ed antica d'Europa, perché ha iniziato la sua attività musicale nel 1913. Bellissimo programma allegro con musiche barocche, Vivaldi e gran finale con La danza delle Ore di Ponchielli. Con Gastone non abbiamo potuto non pensare a Fantasia di Walt Disney con i sublimi ippopotami che ballavano leggeri come piume.