lunedì 27 marzo 2017

e Cupido colpisce ancora

Eh vabbè, se va avanti di questo passo mi sa che mi devo specializzare in blog matrimoniali..., d'altra parte lo sposo lo conosco da quando è venuto al mondo più di una trentina di anni fa e non mi potevo sottrarre. Cupido ha colpito un'altra volta e sotto i suoi strali pungenti stavolta sono finiti Simona e Milo che per la verità si amano già da un bel po', ma volevano pure loro un'unione ufficiale con tutti i crismi, la cerimonia in comune, le fedi nunziali, le benedizioni di mamme e papà, la mega festa con parenti e amici, musica, ricchi premi e cotillon. Malgrado divorzi a tambur battente, le convivenze più disparate e famiglie allargate sembrerebbe che il vecchio matrimonio tradizionale con l'abito bianco lungo e la torta dulcis in fundo in fin dei conti tenga, alla faccia di tutti gli anticonformismi del nuovo millennio.

                                                             La  location 
Prima: era la fabbrica di Arti Grafiche Mario Bazzi, una delle tante operose realtà della periferia milanese, non so quando ha smesso di essere operativa, comunque all'ingresso c'è ancora qualche macchina, muto testimone di un tempo che fu. Dopo: Adesso è un'autentico spazio di archeologia industriale convertitosi ad altri usi, magari sempre per far festa. Prima: immagino dovesse essere uno spazio completamente vuoto e i ragazzi devono aver fatto una faticaccia mica da ridere per allestirlo ed arredarlo. Dopo: non mancava nulla, magnifici allestimenti floreali, palco per la cerimonia, tavoli, sedie, una lunga fila di mobili e poltrone vintage tipo mercato provenzale di brocante, sopraffini buffet mangerecci, area giochi per bambini, calcetto e videogiochi per gli adulti e angolo per la musica. Prima:  arrivata un po' in anticipo non c'era nessuno o quasi. Dopo: mezza Milano o quasi sembrava essersi data appuntamento lì. in via Gaetano Crespi al 24.

                                                             Il circo fotografico
Prima: vedendolo vuoto in un angolo, parrucche colorate, occhialoni, giochini vari in un cestino, ho ingenuamente pensato che fosse un mini circo per farci uno spettacolo  per i bambini durante la serata. Dopo: ho scoperto che no, era un set fotografico per gli adulti e me lo dovevo aspettare visto che Milo fa il fotografo. Lo spettacolo l'abbiamo fatto noi, gli invitati, con orecchie da coniglio, cappello da mago e la sottoscritta che in parrucca rosso fuoco sembra la regina Elisabetta con uno dei suoi ridicoli cappellini.

                                                               Simona
Prima: era una ragazza stupenda, aperta, simpatica, intelligente, molto intraprendente. Dopo: continua ad essere una ragazza stupenda, aperta, simpatica, intelligente e molto intraprendente. Prima: col suo bel vestito romantico e il bouquet che sa di campagna, branca il braccio del suo papà e si avvia sorridente verso l'ignoto destino su un tappeto di petali di rose che le damigelle hanno cosparso per terra. Dopo:  eccola felice, è fatta! Ascolta con serietà i saggi proponimenti per il futuro del marito, ma poi si lancia in balli scatenati e magari pensa: "aiuto mi gira la testa, nun ce 'a faccio cchiù". 

Milo
Premessa: qualunque stronzata scriverò, sia chiaro che è un ragazzo d'oro e che gli voglio un bene dell'anima. Prima: con aria da uomo di mondo consumato aspetta che la sposa infine lo raggiunga  e poi, sorriso sicuro appena accennato, macho style, concede benignamente il braccio per le fotografie di rito e scherza pure con moglie e amiche. Dopo: sotto i piedi rompe con foga il bicchiere, momento finale del rito matrimoniale ebraico e siccome non è macho per niente, ma un sentimentalone, a un certo punto si commuove e gli viene pure il magone.  

gli Sposi  
Prima: convivialità e grande allegria. Dopo: informalmente, un bellissimo momento di spiritualità e gli sposi si fanno seri e attenti. Simona è cattolica e verranno letti dei passi dal Vangelo, Milo è ebreo e dopo la lettura da parte di parenti e amici venuti anche da Israele delle 7 benedizioni di rito, il padre di Milo, Joe, unirà simbolicamente gli sposi sotto il talled. Non mancheranno certo una bella foto finale di tutta la famiglia riunita e, qualche ora dopo, il bacio degli sposi davanti una crostata extra large di fragole e lamponi.  

Gaia
Simona è figlia unica, Gaia invece  è la sorella dello sposo. Lei ha il dono dell'ubiquità. Prima: per studiare e lavorare e poi per seguire il marito ha già vissuto in svariati paesi, da Washington a Kabul, da Kiev ad Adis Abeba. Dopo: si è appena trasferita con famiglia a Seul e vedremo come andrà. Da ignorante credevo che in Corea del sud facesse sempre caldo e invece no, mi racconta che ci sono due mesi invernali gelidi perché spirano venti provenienti dalla Siberia. Prima: appena arrivata la becco fuori per strada che sta fumando di nascosto dietro un albero; lo so, è vita dura per noi peccatori che non molliamo la sigaretta. Dopo: è la testimone di Milo e piena di emozione legge un bel discorso tirando fuori i bei ricordi di gioventù, come quando Milo le diceva che lei era stata trovata nella spazzatura, scambi di cortesie tra fratelli. 

                                                          i genitori dello sposo
Premessa: Non è che non pensi ai genitori della sposa, Carla e Flavio, a cui porgo ancora una volta i miei più sentiti auguri e mi complimento per la loro splendida ragazza, ma li conosco appena e non oso scherzare. Mi permetto e come con Miretta e Joe vista la quarantennale amicizia. Prima, durante e dopo sono stati semplicemente perfetti e non mi arrischio a dire altro perché sennò Miretta mi mena, di statura è piccola, ma di grinta....si salvi chi può. No davvero, Joe ha mirabilmente letto la benedizione ebraica per la coppia nunziale, Miretta da mamma dello sposo ha fatto gli onori di casa accogliendo gli ospiti all'ingresso e accompagnando il figliolo all'altare (mi scuso per la foto sfuocata ma è la sola che sono riuscita a fare), da mamma di Gaia le ha aggiustato il fiocco del vestito e da nonna ha amorevolmente seguito i nipoti Giulia e David. Comunque da amica te lo dico:- Miretta mettiti tranquilla che adesso anche tu sei suocera due volte e devi rigar dritto......  

Giulia e David
Giulia e David sono i figli di Gaia e Patrick. Giulia ha fatto la damigella d'onore, ha giocato, ballato, nessun capriccio, è stata bravissima ma il più saggio di tutti mi è sembrato David. Prima: ha dormito a lungo malgrado la musica a manetta e ha giocato a pescare con un'amichetta. Dopo: in braccio al papà e con la sorella si è fatto due fette di torta lasciando la crostata e mangiando rigorosamente solo le fragole e poi si è rimesso a dormire.  

Grazie di cuore ragazzi, è stata una bellissima festa, vi voglio bene e vi auguro tutto tutto. Per strada, due angoli prima di arrivare da voi in via Crespi, ho visto questo murales che mi è piaciuto tanto e mi è sembrato di buon auspicio. Due alberi che crescono e si sviluppano, liberi ma fianco a fianco. Belli vero? E' il mio regalo virtuale per voi.


sabato 25 marzo 2017

turista a Milano (2)

"I Bagni Misteriosi" di De Chirico visti dalla terrazza-ristorante sul tetto della Triennale

Per il nostro secondo itinerario turistico milanese ho pensato al Castello Sforzesco e alla Triennale in mattinata (con pranzo alla favolosa terrazza sul tetto del museo) e alla Cappella Portinari e giro sui Navigli nel pomeriggio. La Triennale è per me un posto del cuore, ci vado spesso, qui le mostre più belle degli ultimi anni e ne ho più volte scritto, a maggior ragione era il caso di portarci Magda, grande conoscitrice di architettura moderna e contemporanea, presidente dell'associazione  http://eileengray-etoiledemer-lecorbusier.org/association/lassociation/ da quando il marito, il rimpianto Robert ci ha lasciati,  e vicepresidente di Cap Moderne https://capmoderne.com/fr/lieu/le-site/. Purtroppo era già finita l'esposizione vista poche settimane fa "L'infinito blu", il progetto di Gio Ponti per l'Hotel Parco dei Principi di Sorrento con una splendida gamma di declinazioni bianche e blu in ceramica per decorare i vari ambienti, una creatività sempre rinnovata visto che secondo le sue parole  ".....non ci sarà mai l'ultimo disegno...." e finita pure l'esposizione dedicata al parrucchiere delle dive Aldo Coppola con un allestimento superbo.
In compenso ancora fruibili le mostre "Italia 1920-1945 Una nuova figurazione e il racconto del sé" e quella sull'architetto designer Mario Bellini. Per quanto concerne la prima, si tratta della collezione privata, mai esposta prima d'ora in pubblico nella sua globalità, dell'avvocato Giuseppe Iannaccone. Una raccolta nata nei primi anni '90 che nell'arco di 25 anni abbraccia visioni individuali e collettive di artisti italiani controcorrente rispetto alle politiche culturali di ritorno all'ordine e di neo-classica monumentalità novecentistica, fascismo docet. (Ottone Rosai: "I Fidanzati" 1934 )
Renato Guttuso: "Ritratto di Mario Alicata" 1940 - Carlo Levi: "Ritratto di donna" 1932-33 e "Nudo sdraiato" 1934
Renato Birolli: "I Poeti" 1936  e  "Signora col cappello" 1941
Aligi Sassu: "Nu au divan vert" 1941 -  Emilio Vedova: "Il caffeuccio veneziano" 1942

Altrettanto interessanti contenuti e allestimento espositivo di una carriera poliedrica come quella di Mario Bellini. La mostra "Mario Bellini. Italian Beauty" è un viaggio trasversale lungo quasi sessant'anni fra design, architetture, realizzazioni e successi in giro per il mondo dal Giappone all'Australia, dagli Usa alla Francia, e leggo che già nel 1987 il MoMa di New York gli aveva dedicato una retrospettiva. Una lunga galleria con appese al soffitto innumerevoli immagini che traducono senza parole i lavori dell'architetto-designer e stanze piene di maquette, schizzi, disegni, mobili, oggetti e progetti e anche i piani per il futuro, segno di instancabile creatività. 
E senza colpo ferire, dai progetti per il nuovo millennio e le realizzazioni del '900, ci ritroviamo in un passato di innumerevoli secoli fa andando a visitare in corso di Porta Ticinese, giusto accanto alla darsena, la basilica di Sant'Eustorgio nell'omonima bellissima piazzetta e l'adiacente Cappella Portinari. (Meno edificante scoprire che agli inizi del XIII° secolo nel convento limitrofo  aveva sede il Tribunale dell'Inquisizione e che la ridente piazza ha visto roghi umani per accuse di stregoneria ed eresia). Basilica tra le più antiche ed illustri della città, viene fondata da Sant'Eustorgio vescovo nel IV° secolo o più probabilmente dal successore Eustorgio II nel VI° secolo. L'edificio paleocristiano, di cui rimangono ancora tracce sotto l'abside, viene ricostruito due volte in forme romaniche, la seconda volta intorno al 1190 dopo l'assedio del Barbarossa che trasferisce a Colonia le reliquie dei Re Magi che erano qui custodite. Nei secoli successivi Sant'Eustorgio conosce numerosi rifacimenti, ma gli ultimi interventi, 1952-66, hanno infine recuperato le forme originarie romanico-lombarde. 
Dietro l'abside della chiesa sorge la favolosa Cappella Portinari, capolavoro del Rinascimento milanese, edificata nel 1462-68 per volontà del nobile fiorentino Pigello Portinari. Il modello di riferimento è la Sagrestia Vecchia di Brunelleschi a Firenze, ma le decorazioni in cotto e in pietra sono tipicamente lombarde. Leggo che su volere di Cosimo de' Medici, il Portinari si era trasferito a Milano per assumere la direzione della filiale lombarda del Banco Mediceo e avvia il progetto di costruzione della Cappella, futuro luogo di sepoltura della sua famiglia e per conservare le reliquie del domenicano S. Pietro Martire a cui la Cappella sarà dedicata.

Un luogo da non perdere la Cappella Portinari, Magda è restata a bocca aperta e io pure, che devo ammettere con un certo imbarazzo di non esserci mai stata prima; con la sua venuta la ringrazio di avermene offerta l'occasione. E poi in giro per la darsena e i Navigli, belli e animati come sempre, ma ne ho già scritto e cerco di non ripetermi. (http://www.saranathan.it/2014/10/eppure-sui-navigli-ce-poesia.html), (http://www.saranathan.it/2015/05/hanno-ragione-le-lumache.html)