domenica 26 febbraio 2012

Cile: il gigante

Di nome fa Rafael, il suo fronte è lungo due chilometri e mezzo, di altezza misura sessanta metri. All'inizio da lontano appare solo un minuscolo triangolo bianco, poi progressivamente i suoi contorni si delineano ed appare in tutta la sua grandiosità.
Possente ed imprevedibile, sempre in movimento ed ogni volta diverso, Rafael è un gigante, ma non solo per le sue dimensioni. E' un gigante per il timore ed il rispetto che incute, prima di incontrarlo il capitano ci spiega come procederà per avvicinarlo e che tutto dipenderà dalle condizioni atmosferiche. E' un gigante per le attenzioni e gli studi di cui è fatto oggetto, di lui si sa tutto, è già presente nelle cartografie del 1780, poi con ancora maggiore precisione in mappe del 1873, nel giorno precedente assisteremo a vari filmati informativi. Rafael è un gigante perché va affrontato con molta precauzione, mille raccomandazioni sul comportamento da adottare quando saremo sugli zodiac.
Rafael è un gigante, tutto lo dice intorno a lui; il silenzio, interrotto solo dal fragore di qualche pezzo di ghiaccio che improvvisamente si stacca, la maestosità del paesaggio, la magia dei suoi colori che testimoniano dei suoi anni e della sua storia, dai neri ai bianchi passando per i blu e gli azzurri, un aurea di sacro che come una coltre misteriosa ed impenetrabile tutto avvolge.
Il grande Rafael è stanco, lentamente ma inesorabilmente si sta ritraendo, sulle rocce delle pareti laterali in grande ci sono scritti degli anni, fin dove arrivava prima,  i segni del suo cammino a ritroso.   
Con gli zodiac procediamo lentamente e con precauzione tra un mondo metafisico che De Chirico adorerebbe, isolotti di ghiaccio dalle forme più insolite, come mondi alla deriva. Non solo genericamente "pezzi di ghiaccio", visti da vicino rivelano infinite complessità, sfaccettature articolate, ricchezza cromatica.
Sono profondamente commossa e grata per la fortuna di poter vedere ciò che vedo; di certi blocchi emerge solo una modesta superficie, ma si intravede chiaramente che sotto c'è tutto un mondo. Mi vengono alla mente la volpe del Piccolo Principe quando afferma che l'essenziale è invisibile agli occhi o Baudelaire con le sue sinestesie misteriose o tutti quei pensatori e filosofi che ci ricordano quanto infinitesimali siano i frammenti di realtà che riusciamo a cogliere; osservando quei pezzi di ghiaccio la loro intuizione poetica e filosofica mi diventa evidente. 

Pare che almeno una volta nella vita i cileni sognino di andare alla laguna Rafael e al suo ghiacciaio. Ogni paese ha i suoi luoghi mitici, chi da noi non favoleggia di Venezia o Capri? Forse perché si trova alla “fine del mondo”, forse perché è di difficile accesso, solo in nave e solo proveniendo dal nord, forse perché è meno conosciuto e più esclusivo, qui non ci sono le masse di turisti che invadono il Perito Moreno, Punta Arenas o Puerto Natales. Il Gigante, da vero Gigante, si mostra con elitaria austerità all'incontro, esige rispetto e silenzio. 



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