domenica 17 novembre 2013

Château La Coste: vino-arte-architettura

Quei bellissimi giorni a Marsiglia e dintorni sono passati per la verità da un bel po', ma il mio Mediterraneo non lo tradisco certo, lo amo troppo, solo che adesso lo sto guardando dalla città più frenetica e occidentale della sua costa più orientale, l'altrettanto amata Tel Aviv. Ci mancavo da due anni e notoriamente in Israele si vive a tutta birra perciò adesso che finalmente  internet mi funziona in stanza non mancherò di scrivere delle ultime novità di queste parti, ma calma e gesso, sono in ritardo sulla tabella di marcia e devo prima finire di raccontare di altre bellezze francesi di quei primi di ottobre. Per esempio del Château La Coste, in piena Provenza a metà strada fra Marsiglia e Aix-en Provence.

Louise Bourgeois: Crouching Spider 2003
"www.chateau-la-coste". Ragazzi che posto, uno sballo assoluto e invito caldamente chi si trova da quelle parti a non perdere assolutamente l'occasione di passarci una giornata, ne vale proprio la pena! I miliardari si sa sono estrosi e all'irlandese Patrick McKillen, "Paddy" per gli intimi, nel 2004 punge vaghezza di comprare in Provenza, a Le Puy-Ste-Réparade, 200 ettari di campagna, di cui 130 coltivati a vigna. Il nostro Paddy ha fatto fortuna come immobiliarista e possiede alberghi di lusso a Londra e Dublino, ma per nostra fortuna ama fortemente l'arte e decide di trasformare un po' di ettari, visto che ce ne sono in abbondanza, in un immenso parco scultoreo a cielo aperto.
Tunga: Portails 2011
Invita i più famosi artisti ed architetti dei nostri tempi a visitare la proprietà e a scoprire le bellezze del paesaggio, offrendo la possibilità agli illustri ospiti di dare libero sfogo alla creatività stimolata dal contesto paesaggistico. Carta bianca, potranno scegliere il luogo a loro più congeniale,  creare un'opera o progettare una struttura e al conto, no problem, ci pensa lui. 

Sotto un cielo sempre blu, in una terra dalle origini gallo-romane antichissime e  integrato nella  natura ha così preso forma progressivamente un itinerario artistico straordinario: "Aix" (2008), tre immense placche di metallo arrugginito che come lame di rasoio sembrano fendere l'irregolare geografia del terreno dell'americano Richard Serra, "Drop" del 2009 di Tom Shannon, come una gigantesca goccia di mercurio sospesa sul prato e su cui si riflettono le vigne, le colline e il cielo tutt'intorno, il pittore inglese Sean Scully con il suo "Wall of Light Cubed"  del 2007 che si cimenta nella scultura con un gigantesco parallelepipedo di pietra calcare grigia e rosa e di marmo rosso, le "Origami Benches" del 2011 di Tadao Ando e ho citato solo le opere di cui ho mostrato le foto, ma la passeggiata museale all'aperto con la guida dura circa due ore e di artisti da scoprire ce ne sono molti altri.
E veniamo alle strutture degli architetti, tutti onorati negli anni del premio Pritzker che è l'equivalente del Nobel in architettura. Per cominciare l'edificio all'ingresso, stupendo ed essenziale tutto vetro e cemento com'è nella cifra del grande giapponese Tadao Ando: centro accoglienza, libreria-boutique museo, ristorante dove si mangia benissimo ma anche se ci avessero servito solo due uova sode saremmo stati contenti lo stesso talmente il posto è bello. 


E magica sintesi fra passato e presente, nel parco delle sculture, sulla sommità di una collina Tadao Ando ha custodito e valorizzato in una gabbia di vetro e acciaio un'antica Cappella del XVI° secolo, la si scopre all'improvviso dopo aver costeggiato una lunga parete di cemento. Sono  davvero intriganti i suoi  muri, non ne conosco il significato, ma l'architetto ne fa grande uso, l'ho visto in Giappone nel suo favoloso progetto del Tempio sull'acqua




Su una vasta distesa erbosa Frank Gehry dal canto suo ha installato il "Music Pavillon", un auditorio all'aperto di struttura veramente insolita, ma ormai ci siamo abituati alle sue forme destrutturate, alla faccia dell'architettura razionalista.






Delle isole giapponesi Teshima e Naoshima avevo scritto un post che si intitolava "natura, arte e architettura"  http://www.saranathan.it/2012/11/naoshima-solo-natura-arte-e-architettura.html, al Château La Coste provenzale lo spirito del luogo è lo stesso ma bisogna aggiungerci il vino, primo perché alla base si tratta di 130 ettari a vocazione vinicola e secondo perché il nostro amico Paddy sa meglio di noi che business is business. E allora ecco che il primo intervento architettonico in ordine di tempo (nel 2008) è stato proprio dedicato al miglioramento di tutti i processi di vinificazione e della struttura se n' è occupato l'archi-star francese Jean Nouvel. Sono totalmente astemia ma non totalmente cretina, guardando queste strutture avveniristiche e ascoltando le spiegazioni mi sembra di capire che qui si fa sul serio per essere all'avanguardia e migliorare nel settore.
Gli amici del gruppo degustavano come matti tutti soddisfatti, qualcuno deve aver anche ordinato delle bottiglie, io mi sono limitata a osservare un gatto che dormiva pacifico e beato fra grand cru, rosé e brut fregandosene  come la sottoscritta. Lo giuro, non bevo e non becco una lira per farne la pubblicità, ma Château La Coste è davvero un bel posto e in progress, in cantiere altre realizzazioni di Renzo Piano, Oscar Niemeyer, Richard Rogers e altre installazioni d'arte !!!!








 

1 commento:

  1. Arrossendo, ringrazio per la cascata di descrizioni e consigli preziosi, identificandomi in qualcuno che abita "da quelle parti" e che non ha ancora visto quel bendidio. Adesso che mi sono liberata da molti impegni prometto di leggere tutti i tuoi blog recenti da Marsiglia e la Provenza.
    Davvero grazie, Sara: sei unica.

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