lunedì 4 novembre 2013

Palazzo Morando: maschere di ieri, abiti di oggi



Meglio, molto meglio dell'offerta del supermercato "paghi due e prendi tre", qui prendi subito tre, tre cose stupende e senza spendere una lira, ingresso gratuito, basta andare a Milano a Palazzo Morando, in via Sant'Andrea al numero 6.


Chicca numero 1, il luogo, ovvero Palazzo Morando. Lo ricordavo come Museo di Storia Contemporanea ricco di documenti dei due conflitti mondiali e della Resistenza. Vi avevo seguito delle conferenze e nel 2008 la mostra "Dal lager", schizzi e disegni molto pregnanti dei campi concentrazionari di Mauthausen e Gusen dell'architetto Lodovico Belgiojoso che vi era stato internato per il suo impegno antifascista,  ma ho scoperto che dal 2010 è stato destinato ad accogliere la Collezione di Moda e Costume del Comune di Milano, dall'abbigliamento popolare del XVIII° secolo fino agli abiti contemporanei di alta sartoria custoditi prima al Castello Sforzesco e mai esposti al pubblico. Un palazzo bellissimo di origini cinquecentesche, rimaneggiato più volte fino a diventare quella tipica dimora dell'aristocrazia milanese del settecento come lo vediamo ora. Si possono ammirare cimeli, mobili, ceramiche e una grande pinacoteca tutta dedicata all'iconografia di Milano.
Chicca numero 2 la mostra "Valentina Cortese. Uno stile", gli abiti della grande interprete teatrale, classe e glamour da vendere.  Di moda non me ne intendo, ho già avuto occasione di scriverlo ma è stato bellissimo vedere abiti sofisticatissimi, creati da stilisti prestigiosi che hanno saputo fare del loro lavoro artigianale delle opere d'arte, in quelle magnifiche sale del palazzo Morando. Abiti divisi secondo l'occasione per la quale erano stati concepiti, garden party, pranzi, cene, serate di gala e su ognuno il nome dell' autore; sfilavano Alberto Capucci, Gian Franco Ferré quando lavorava per Christian Dior, Maurizio Galante, Carlo Tivioli, Valentino.  
Terza chicca di alta qualità la mostra: "Maschere, identità nascoste. Dalla Commedia dell'Arte al Novecento un percorso nella grafica tra rappresentazione e illustrazione". All'inizio su un muro delle parole di Luigi Pirandello, permeate del suo solito disincantato pessimismo, che invitano alla riflessione: "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti" e poi acqueforti, acquetinte, stampe, manifesti, illustrazioni di grandi incisori italiani e stranieri, francesi in particolare, di vari secoli sul tema delle maschere. 

Un felice allestimento, didascalie chiare e precise e una ricca documentazione  accompagnano lo spettatore nel percorso espositivo che inizia dalla cinquecentesca Commedia dell'Arte italiana. Presenti anche le straordinarie creazioni della Compagnia Carlo Colla & Figli che rappresentano i caratteri e i personaggi della Commedia dell'Arte confluiti poi nel teatro delle marionette.

Vista la targa all'ingresso del museo, avrei voglia di dire alla contessa Morando di star tranquilla e riposare in pace, le sue ultime volontà sono state rispettate e il Comune sta facendo buon uso della sua bellissima casa. 


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