venerdì 29 novembre 2013

"Alma Espagnola" a Tel Aviv

 Sono ritornata in rehov Bialik, a un tiro di schioppo dalla via Bugrashov, dove abito. Volevo farla conoscere a mia cognata Alida e ne riconfermo il fascino. Ne avevo già parlato anni fa nel post "Evviva gli imbecilli", ma senza far vedere le foto, all'epoca ero più impacciata nel caricarle e il programma del blog era meno articolato. Ripropongo alcune righe scritte allora.
Hayim Nahman Bialik viene considerato il più grande poeta nazionale e io non ne sapevo niente. Prima di tutto rehov Bialik, una stradina piccola, tutta alberata con stupendi edifici Bauhaus, depositaria in qualche modo della storia della città. In questa via ci sono infatti la casa-atelier-museo del pittore Reuven Rubin (rumeno israeliano; i suoi quadri hanno il sapore di Chagall, il fauve-naif del Doganiere Rousseau ed i colori accesi di questa terra. Mi è piaciuta molto una sua frase:" sono un autodidatta, non ho imparato a dipingere, ma a colorare i miei sogni" ), la dimora restaurata del poeta Bialik, la scuola di musica e sala di concerti di Felijia Blumental e il vecchio municipio di Tel Aviv ora divenuto fondazione culturale


Nato in Russia, vissuto ad Odessa e Berlino, Bialik approda in Palestina solo nel 1924, a 51 anni, ma, e qui sta la sua particolarità, anche in diaspora ha sempre scritto in ebraico, il primo scrittore a creare in questa lingua. Viene dunque percepito come un leader spirituale della sua generazione, colui che ha tolto la polvere all'antico ebraico biblico dando nuovo impulso alla lingua, un pilastro insomma della cultura ebraica moderna. Poiché non di sola arte vive l'uomo, era un formidabile goloso, e di lui ho letto le parole di Chagall, suo grande amico: " Ho visto raramente qualcuno divorare il cibo come Bialik. Cucchiaio, forchetta e coltello ruotano nelle sue mani come in trance". La sua casa, stupenda, tutta decorata ed arredata in puro art-déco ha rappresentato per anni un luogo di incontro privilegiato per l'intellighentzia locale. Ho trovato bellissimi le illustrazioni dei suoi libri per l'infanzia, il testo purtroppo mi era incomprensibile. 

La strada termina in una piazza dove tutto ridipinto di bianco si affaccia il vecchio Municipio. L'ultima villa sulla sinistra è quella di Bialik.

Questa volta abbiamo potuto visitare il municipio anche all'interno, si chiama Beit Ha'ir, the Urban Culture Museum. E' stato la sede del primo cittadino di Tel Aviv per 40 anni, dal 1925 al 1965, adesso funziona come centro culturale cittadino, ospita varie manifestazioni e si propone di rappresentare due poli, quello del passato con foto, documenti, archivi che raccontano la storia delle sue mura negli anni della funzione amministrativa e quello del presente con diversificate proposte  artistiche e museali. ( sopra la foto storica del Municipio in festa il giorno della dichiarazione della creazione dello Stato di Israele il 14 maggio 1948).


 Interessante lo studio del primo cittadino, in particolare Meir Dizengoff, amatissimo primo sindaco di Tel Aviv e poi di tutti quelli che gli sono succeduti fino al trasferimento nella nuova sede municipale accanto a piazza Rabin. La vita, le vicissitudini e il percorso di Dizengoff nato in Bessarabia, vissuto a Odessa e approdato in Israele nel  primo novecento sono molto rappresentative della tempra e della carica ideale dei primi pionieri che hanno concorso alla creazione di Israele.

Al Beit Ha'ir attualmente è in corso la mostra "Il libro: d'Arte e d'Artista" organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura. In esposizione il libro "Hebdomeros" di Giorgio de Chirico con 23 litografie realizzate espressamente dall'artista per questo libro autobiografico e 36 libri d'artista espressione delle diverse tendenze artistiche in Italia e tributo al LIBRO, strumento per eccellenza della diffusione della lingua e della cultura italiana. Dalla terrazza sul tetto dell'edificio si gode di una bellissima la vista di Tel Aviv. 

Il giorno si chiude in bellezza con uno spettacolo al prestigioso centro per la danza e il teatro Suzanne Dellal, la prima scuola di formazione artistica costituita nel lontano 1909 fuori le mura della vecchia Jaffa in quel quartiere di Neve Tzedek che sarebbe diventato il primo nucleo della futura Tel Aviv. Un balletto di flamenco e altre danze della tradizione iberica che mi aveva intrigato per il titolo "Alma Espagnola" , alma, anima, parola che adoro, parola dalla musicalità dolcissima. 
Terminato lo spettacolo, nel cortile del centro Dellal, inaspettata e vero regalo la performance improvvisata di una ragazza stupenda e dalla voce soave. Poi, finito di cantare, ha messo via la sua chitarra e mano nella mano se n'è andata piedi nudi a passeggiare con il suo ragazzo. 
  

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