mercoledì 14 novembre 2012

il Tempio dell'acqua e Kobe by night

Di Kobe, questa città a soli 34 chilometri di distanza da Osaka, con Yokohama il più grande porto del Giappone, gravemente offesa due volte nella sua storia perché distrutta per due terzi durante il secondo conflitto mondiale e poi nel gennaio 1995 dal terribile terremoto di magnitudo 7,3 sulla scala Richter con 4571 morti e migliaia di feriti, durante il giorno ho visto ben poco.

 Solo di fretta qualche grattacielo, due belle giapponesine sorridenti e  passando davanti in autobus mi si è improvvisamente profilata davanti una immensa pinna di cemento, era il  Fish Cafè di Franck Gehry. Poi sul lungomare, visitato solo dal di fuori  perché senza collezioni particolari, lo Hyogo Prefectural Museum of Art di Tadao Ando, struttura del 2002 nel quadro delle varie iniziative per rivitalizzare la zona distrutta dal terremoto. Sarà nello suo skyline notturno al ritorno dal nostro vagabondare giornaliero che Kobe farà faville, ma un po' di pazienza, a fine post lo mostrerò.

La nostra principale meta della giornata è il Water Temple sull'isola di Awaji e ci arriveremo attraversando uno di quei ponti senza fine visti  solo in Giappone. Il Water Temple, il Tempio dell'acqua, realizzazione di Tadao Ando del 1990-91 è la residenza di Ninnaji Shingon, la più antica setta del buddhismo tantrico in Giappone, fondata nel lontanissimo nono secolo. Il tempio principale della scuola buddhista di Shingon si trova a Kyoto ed è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Per secoli la tradizione ha voluto che gli imperatori mandassero i propri primogeniti al tempio affinchè studiassero il sacerdozio in questo luogo prestigioso.



Tra montagne e campi di riso intorno, entrando l'occhio non vede il Tempio che è sottostante, ma un lago di fior di loto simbolo del cielo e rappresentazione della nascita del Buddha Amida; un lago racchiuso in una modernissima struttura di calce struzzo.  Per giungere a quel tempio solo una porta vuota, silenziosa  e significante apertura di un lungo muro di cemento, un corridoio di ghiaia stretto fra le pareti e poi attraverso un scala  nel cuore profondo e sotterraneo del lago, come un cammino iniziatico.

Essere in questo luogo non significa una semplice visita ad un Tempio, è un'esperienza sensoriale che colpisce nel profondo, un invito al raccoglimento, al silenzio, a un viaggio all'interno di se. Il grande Tadao Ando rivoluziona la millenaria tradizione della costruzione di templi nel paese del sol levante operando un magico sincretismo architettonico che fonde tecniche e materiali dell'occidente con il vento, la luce, l'acqua e i vari simboli della tradizione buddhista.

Con l'esperienza carica di emozioni del Water Temple la bisaccia quotidiana del viaggiatore era già bella piena e francamente sarebbe bastata, ma a volte, vai a sapere perché, è Natale e ci sono dei giorni speciali. Giovedì 25 ottobre era uno di  quei giorni.

 Ci aspettava quale ultimo dono del giorno il porto di Kobe, con un rosso tramonto trasformatosi gradatamente in un cielo stellato e tutte le luci  accese della città. La Port Tower, in struttura metallica rossa che ha ben resistito al sisma, l'edificio dall'architettura avveniristica che ospita il Museo Marittimo e il Parco Memoriale del Terremoto che con maquette, foto e video mostra la devastante tragedia del 1995 e le successive tappe della veloce, efficientissima ricostruzione.



Una parte del pontile distrutto dalla scossa è stato conservato nello stato della devastazione e fa intuire l'entità della tragedia, quanto la terra abbia tremato e tutto divelto.




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