In quel giorno tutto è stato all'insegna del bello: cielo blu e sole radioso, i bambini disciplinati e contenti sul molo di Takamatsu nell'attesa del ferry-boat per chissà quale destinazione, la navigazione nel mare interno di Seto, le coltivazioni sull'acqua, lo spettacolo delle altre isole intorno, talvolta verdi e vicine, altre solo brumose nei profili all'orizzonte.
Dentro l'altra goccia di cemento bianco che ospita l'installazione di Rei Naito si accede attraverso un tunnel, in silenzio, in fila indiana uno per volta, a piedi nudi. Rigorosamente proibito fare foto all'interno perché giustamente si impone il raccoglimento, nulla deve distrarre la magia del luogo e l'emozione immensa che suscita. Queste ultime tre foto del post sono tratte dalla documentazione del museo.
Uno spazio totalmente vuoto, senza travi nè finestre, ma con due aperture ovali sul soffitto, dialogo ininterrotto fra il fuori e il dentro, fra un sottile involucro di calcestruzzo bianco e il cielo, il vento, la pioggia, la neve, il sole, le fronde degli alberi, uccelli di passaggio che possono volare dentro, grandi spiragli di cemento, come un invito al mondo a entrare. Un filo, probabile metafora della vita umana, è sospeso in un'apertura e oscilla di qua e di là in balia del vento. Per terra, e bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, minuscoli fori da cui zampillano gocce d'acqua. E ogni goccia fa un suo percorso non so se casuale o programmato dalle pendenze del suolo: si gonfia, ghiaccia se è inverno, cresce, raggiunge altre gocce, le gocce si avvicinano, si fondono e poi si allontanano, si dividono, assumendo ogni volta nuove forme, danza imprevedibile e misteriosa di ogni goccia.
Rei Naito scrive: A space, just like that,
comes into being as something that goes back to nature as it is.
Matrix
Is it always beside us, and everything is born from and nourished by it.
Something that makes life on earth possible and also that observes life on earth- as a vessel.
Through space, as it feels
Like a vessel that accepts nature as it is
Based on the idea that anything before us is good
Man is reborn moment after moment, newborn each time
Natural vitality (tama/anima) is there and here
Somebody other than me is there, living on earth now as I do
Is it a blessing in its own sake to exist on earth?
(From a lecture to the staff of Teshima Art Museum on October 4, 2010)
Nello scambio all'uscita diverse immaginazioni e fantasie, ma per tutti una metafora della vita con i suoi percorsi casuali e imprevedibili, un flusso continuo di inizio e fine, di vicinanze e lontanaze, unioni e separazioni, una simbolica origine del mondo con formazioni di rigoli che fanno pensare al confluire di spermatozoi nelle più grandi pozze d'acqua, come degli ovuli primordiali. L'acqua come origine del mondo, l'acqua come fonte di vita. Questa installazione non poteva che chiamarsi "Matrix".
E' forse utile sapere che l'artista è nata a Hiroshima.
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