venerdì 5 marzo 2010

Cuba: princesa de my suegno

"Princesa de my suegno" non lo dice Porfirio Rubirosa rivolgendosi all'ennesima amante di turno, sono parole semplicemente pronunciate dal receptionist dietro al bancone dell'albergo per invitare l'inserviente a fare la camera, lo giuro, sentito con le mie orecchie. My vida, my amor è sull'isola il normale intercalare di tutti, donne e uomini indistintamente. -My vida, mi passi il sale?- My amor, dove ti porto?- chiede il taxista. Paese che vai, usanza che trovi, noi diciamo cazzo o porco mondo, loro invece si esprimono sempre col coraçon in mano. Il fatto è che gli abitanti dell'isola sono proprio così, esuberanti, caldi ed affettuosi fino all'inverosimile

e non ci vedi alcuna malizia, non ti senti presa in giro, è proprio un modo d'essere. Le coppie di tutte le età camminano per strada sempre abbracciatissime, le famiglie sono un piacere a vedersi, sottobraccio o mano nella mano, il pargoletto nelle braccia di papà collaborativo ed affettuosissimo. Magari questa esuberanza affettiva si traduce anche in un sacco di corna,

non lo so, pare che in passato il governo abbia calmierato il numero di divorzi possibili perchè se ne collezionavano troppi, si sposano giovanissimi, ma se non altro la cosa è paritaria, anche le donne in minigonna, tette al vento e ombelico in libertà sembrano molto sicure di sè stesse e disinvolte.

Dalle donne cubane poi, noi europee abbiamo un sacco da imparare; anche vestite molto modestamente, anche nelle situazioni più banali del quotidiano come fare la spesa o i mestieri, esprimono sempre grande femminilità, armonia e cura del corpo,

certe french manicure e pedicure da sballo, pettinate e truccate e poi senza nessun complesso apparente ostentano allegramente le loro rotondità. Per ogni donna venire a Cuba rappresenta senz'altro una spazzolata all'ego, chiunque e comunque sia: giovane o vecchia, bella o brutta, filiforme o polposa, racchiona, baffona, ciospona, non c'è problema, ognuno riceverà besos ed attenzioni e la sua buona razione di my vida my amor. Del resto questa loro esuberanza fisica

ed emotiva traspare dalla loro musica, da come suonano e cantano e ballano in ogni occasione.

Gastone va come un treno e colleziona proposte di matrimonio mentre cerca di imparare nuovi passi di danza. Una sera si è ritrovata un giamaicano nero come la pece e tutto vestito di bianco che l'ha bloccata sulle scale. Io ero già fuori del locale e lei non usciva; nello spazio di 5 minuti, sulle scale, appunto, si erano svolte le trattative, accipicchia che ritmo! Personalmente ho toccato l'apice del successo una sera a Baracoa nel nostro giro dei locali ad ascoltar musica. Prima il trombettista della casa della trova (un occhio di vetro e qualche dente assente all'appello, ma suonava da dio) mi ha dedicato una canzone, poi Calisto, il chitarrista della casa della musica che a fine serata molto compitamente senza perdere tempo mi ha chiesto in matrimonio - tu me gustas mucho, non siamo più ragazzini, dame una respuesta amagnana la noche- (pavidamente l'indomani noche siamo rimaste in albergo a giocare a burraco) e infine Pedro, un giovanissimo creolo che tra un muy hermosa ed altre baggianate, mi voleva insegnare a ballare la salsa a tutti i costi, io che non ballo mai. Quando gli ho detto che avevo due figli della sua stessa età, finalmente se n'è andato. Già, questa è purtroppo l'altra faccia della medaglia, la mercificazione del sesso e l'impressione che tutto sia possibile, al di là di ogni criterio di buon gusto e sensatezza. In ogni casa particular sono contenti quando arrivano due donne, perchè sono comunque meno problematiche degli uomini, italiani in testa, che vogliono munchas chicas, ma in stanza ne possono portare una sola, la regolamentazione è stretta, e deve avere i documenti ed essere maggiorenne. Lo straniero è visto come un'opportunità di denaro, di regali, una possibilità di invito all'estero, magari addirittura la fortuna di sposarsi e lasciare l'isola, e il coraçon del cubano è generoso, si sa. Passeggiando per Santiago non so quante ragazze dicevano a Nicolas -ahi que lindo- giovane e bello, occasione d'oro per emigrare o farsi mantenere a vita promettendo eterno amore, col compagno cubano sotto il letto. Insomma, questa è l'isola dell'amor, ma occhio alla penna, è "un amor" dove il turista mostra il peggio di sè e il cubano la sua povertà ed il suo bisogno di denaro.

Nessun commento:

Posta un commento