martedì 23 giugno 2015

Pesaro: Figaro qua...Figaro là...

Ritornata alla base dopo due settimane on the road, inizio a ripercorrere come al solito a ritroso il mio viaggio attraverso foto, appunti, emozioni e ricordi. Mi verrebbe da dire “bottino ricco, mi ci ficco”, perché anche se non mi succede spesso, questa volta lungo tutte le soste in autostrada ho trovato una pubblicità che condivido pienamente “l’Italia è meravigliosa, vieni a scoprirla con noi”. Sarà un’ovvietà, un’affermazione scontata, ma resta azzeccatissima e profondamente vera e quei  3000 chilometri percorsi in lungo e in largo attraverso il Bel Paese con Gastone che guida da esperto pilota e che ringrazio, l’hanno ampiamente confermato. Malgrado tutte le magagne italiane di cui non mi metto a fare l’elenco, siamo fortunati a vivere in questo bellissimo paese, ne sono entusiasta.

Nella discesa verso il sud, prima sosta mordi e fuggi di qualche ora a Pesaro, dove persino angeli e putti sembrano godersela, visibilmente soddisfatti con il loro sguardo ironico. Parcheggiamo vicino all' imponente Rocca Costanza costruita nel XV° secolo e attualmente in restauro e la nostra passeggiata non poteva che iniziare dalla via pedonale Gioachino Rossini, deserta nel solleone dell'ora di pranzo, che qui nasceva nel lontano 29 febbraio 1792 e se a Salisburgo imperversa Mozart, tutta Pesaro e il famoso Opera Festival ( ROF) roteano intorno a lui, casa, teatro, conservatorio, incontri musicali, vita culturale cittadina.
Prima della sua dimora natale sulla via si incontrano la Cattedrale ricostruita nell'Ottocento conservando però la facciata romanica e il Palazzo Mazzolari Mosca, un bel esempio    neoclassico di metà '700 sede di uffici comunali
Sosta mangereccia nella bella piazza del Popolo, la prima di un viaggio altamente calorico perché ovunque ogni pasto sarà drammaticamente buono, silhouette già precaria ti saluto. Nell'acqua della fontana centrale si specchiano cavalli e tritoni e di fronte il Palazzo Ducale, sede della Prefettura, edificato a cavallo fra '300 e '400 per volere di Alessandro Sforza; proprio nel Rinascimento, grazie al governo dei Malatesta, degli Sforza e poi dei Della Rovere questo antichissimo villaggio piceno conoscerà il suo massimo splendore. Ma le più belle sorprese si trovano come al solito chiudendo la guida, andando in giro a caso e perdendosi nel dedalo di strade e stradine. Per esempio La Casetta Vaccaj di fine '400 e la via Sara Levi Nathan che porta dritto dritto alla Sinagoga del 1500 trovata purtroppo chiusa.
Per esempio, entrando casualmente a curiosare in un cortile dietro ai Musei Civici, lo stupefacente allestimento facente parte della scenografia di Stefano Lazaridis per il "Moise et Pharaon" andato in scena al Rossini Opera Festival nel 1997 con la regia di Graham Vick. 
Una  stupenda testa di Medusa, autoritratto scultoreo di  Ferruccio Mengaroni. La leggenda narra che per riprodurre il proprio volto l'artista si sia servito di uno specchio andato poi in frantumi. L'artista sarebbe morto nel 1925 schiacciato da questa opera realizzata per la Seconda Biennale d'Arte di Monza. Mentre viene spinta lungo la scalinata per essere collocata al primo piano di Villa Reale, la cassa di dodici quintali che contiene la Medusa si sbilancia e per evitare che il tondo si distrugga l'artista le corre incontro rimanendo schiacciato sotto il suo peso. E' veramente il caso di dire "l'arte o la vita".
Ma Pesaro non è solo vecchie mura, storia e cultura, basta rivolgersi a destra della Rocca, percorrere Viale della Repubblica in un quartiere tutto pieno di belle ville primo novecento che sembra d'essere nella Mondello palermitana ed ecco la Pesaro marina con la fontana e la fusione in bronzo "Sfera Grande" di Pomodoro del 1998 e le sue chilometriche spiagge. Impossibile non notare il Villino Ruggeri, testimonianza esemplare di liberty con le sue sculture marine e floreali e le  maioliche colorate.  
Da queste parti sconsiglio vivamente il mare a chi ama la solitudine e le spiagge vuote, ecco perché il centro storico era deserto, ecco dove se n'erano andati tutti, sparapanzati al sole e a mollo in acqua. L'alta stagione non è ancora cominciata, ma ci sono tutte le premesse di una vera bolgia dantesca estiva. 


1 commento:

  1. Hai proprio ragione Sara. Io, come molti, tendo a vedere soprattutto le magagne di quest'Italia. Ma se faccio un esercizio di immaginazione, cioè se rivolto il Paese e cambio tutto il male in bene e tutto il bene in male, ne esce un Paese orrendo, molto peggiore di quello reale. E allora me lo tengo stretto e ti ringrazio di aiutarmi ad apprezzare sempre il meglio attraverso i tuoi occhi e le tue descrizioni.
    Grazie anche di questa escursione nella Pesaro a me cara, che ho frequentato da bambina e adolescente andando al mare d'estate con la mia famiglia.
    Naturalmente all'epoca non ero così attratta dalle bellezze storiche, musicali e architettoniche che la città offriva e offre, quanto dal gruppetto di amici per la pelle che si formava in agosto tra ragazzi locali e noi ragazzi "forestieri" - per me Pesaro significava soprattutto giochi in acqua e in spiaggia, canzoni suonate dalla chitarra di uno di noi e cantate da tutti; primi batticuori; primi cuori spezzati; primi approcci sessuali; sgommate su moto e scooter in comitiva; la notizia della morte di Marilyn quel fatale mattino del 5 agosto 1962, che mi sgomentò a lungo... Ah sì: anche un sacco a pelo sulla spiaggia con dentro un "capellone" inglese e la nascita di quello che avrebbe potuto diventare un grande amore, ma finito presto. Bei tempi.

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