lunedì 1 settembre 2014

Cadice: un punto per ogni desiderio

Devo averlo sicuramente già scritto in più occasioni, ogni qualvolta nei miei viaggi mi ci sono ritrovata, amo le isole e i luoghi estremi, quelli che geograficamente sei arrivato proprio in fondo e più in là non si può. Non ne conosco la ragione, forse perché ci sento sempre un'atmosfera particolare, forse perché i fenomeni naturali risultano più forti, forse perché rimandano alla finitudine, quella della terra ma anche la mia. E Cadice è un luogo estremo, attraversati i lunghi viali moderni dell'oggi, si arriva alla fine, a quella penisola chiusa fra le sue mura fortificate, ai "barrios" della città vecchia, ai dedali delle sue strade, e poi ... solo l'oceano.
Questa volta niente albergo, ma un favoloso appartamento in un ottocentesco palazzo azzurro polvere appena restaurato che abbiamo affittato per due notti a un prezzo onestissimo. Nescafé solubile, qualche panino al latte ed è subito risolta la prima colazione e poi con Gastone non c'è problema, non si muore mai di fame, tutte le vetrine delle pasticcerie sono sue (quando guarda le prelibatezze quasi si commuove) e qualche riserva mangereccia ci accompagna sempre.
Incuneato nel bo window, l'appartamento ha anche un balcone, postazione strategica di osservazione fra le mie preferite: vedo che siamo ubicate in un'elegantissima via pedonale, come al solito nelle città andaluse pulizia assoluta, manti stradali tirati a lustro e bei palazzi. Atmosfera sonnolenta da domenica mattina, sul marciapiede di sotto un artista di strada suona blues con chitarra e armonica a bocca e arrivo a scorgere persino la coda di una processione  della vicina chiesa di San Antonio nell'omonima piazza. La musica entra dalle finestre spalancate, c'è il sole, un'aria tersa, uno di quei momenti di improvvisa, intensa felicità, mi dico che sono fortunata, la vita a volte è proprio bella. 
Sulla guida leggo che Cadice è considerata la più antica città d'Europa abitata senza soluzione di continuità, il suo centro storico avrebbe ormai iniziato il suo quarto millennio di vita. Complimenti! Devo dire che se li porta proprio bene i suoi 4000 anni. Certo ci sono voluti un bel po' di sapienti lifting, in fondo gli architetti sono i chirurghi plastici delle città, qualche angolo aspetta ancora di essere ritoccato, ma siamo decisamente sulla buona strada, Cadice è carica di storia e bellissima, ma non ci vorrei venire d'inverno, quella piacevolissima costante brezza che d'estate è un sollievo, nei primi mesi dell'anno dev'essere un vento gelido. 
La prima costituzione spagnola di stampo liberale è stata firmata qui nel 1812 e l'impianto urbanistico della città ha costituito il modello per le città fortificate dei possedimenti spagnoli nelle Americhe e penso per esempio alla Havana, al Casco Viejo di Panama e a Cartagena de Indias che ho recentemente visitato. Da qui è partito Cristoforo Colombo per il suo secondo viaggio nelle Americhe come risulta su una placca marmorea della Real Accademia Hispanoamericana. C'è anche scritto che ha portato "evangelizacion y la cultura al nuevo mundo" e in proposito avrei qualcosa da obbiettare, ma non è questa la sede.
Imponenti la cattedrale barocca-neoclassica e la Fabrica Nacional de Tabacos con scultura in piazza dedicata a quelle mani che arrotolano foglie per il notorio vizio, importato dalle Americhe. La borghesia mercantile di Cadice ha largamente contribuito al fiorente sviluppo della città, sviluppo iniziato nel 1717 quando viene trasferita da Siviglia a Cadice "la Casa de Contrataciòn y Consulado de Indias". Cadice diventerà allora la sede ufficiale del monopolio commerciale marittimo e si può ben intuire la prosperità che ne è derivata. 
Assolutamente magnifica la trasformazione in convento-hotel del chiostro seicentesco del convento barocco di Santo Domingo dove si venera la Vergine del Rosario, santa patrona della città. Non ho guardato i prezzi, ma per chi ha in mente una sosta a Cadice, varrebbe proprio la pena di informarsi, è una sede coi fiocchi.
Nei vecchi borghi, andando a zonzo di qua e di là senza meta si finisce sempre per incontrare il mercato. Purtroppo è chiuso, nessuna bancarella colorata di pesce, frutta e verdura né il vociare degli ambulanti, ma ci consoliamo presto osservando dei pannelli dipinti fuori e uno in particolare che dice: "un punto por cada deseo" "un punto per ogni desiderio".

  

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