martedì 9 settembre 2014

Arcos e il "bubo bubo sibiricus"

Bellissima sosta di mezza giornata ad Arcos de la Frontera, un "pueblo blanco" in posizione spettacolare in cima a una parete rocciosa. Per un breve periodo durante l'XI° secolo Arcos è stato un regno berbero indipendente, poi reclamato nel 1255 come possedimento del regno di Siviglia dal re cristiano Alfonso X. Rimasto per 237 anni "de la Frontera", fra mondo arabo e mondo cristiano, Arcos perderà la sua caratteristica di paese di confine con la conquista di Granada nel 1492 e la conseguente unificazione cristiana dei vari regni spagnoli.
La città vecchia con i suoi palazzi riassume le varie epoche storiche legate alle alterne vicende di Arcos. Al centro del paese la Plaza del Cabildo con il Castillo de los Duques dell'XI° secolo chiuso al pubblico, la basilica-parrocchia di Santa Maria dai magnificenti dorati altari barocchi, un dipinto murale del XIV° secolo raffigurante San Cristoforo scoperto negli anni '70 e soprattutto il "mirador", la terrazza panoramica che abbraccia la vallata circostante coltivata a vigneti e il fiume Guadalete.
Troppe chiese per i miei gusti, sarò poco spirituale ma non ho dubbi sulla mia scelta profana, oltre questo arco della Plaza del Cabildo si apre una terrazza con un panorama mozzafiato e la scoperta....dei miei amici gufi.
Loro se ne stanno lì, su un lungo trespolo addossato alla parete d'angolo del mirador. Ti puoi fare la foto in loro compagnia e dai una mancia libera se ne hai voglia, Gastone decide subito di farsi immortalare, lei adora il contatto diretto come quella volta in Israele a San Giovanni d'Acri col serpente intorno al collo, io preferisco guardare e fotografare. Li adoro i gufi, li trovo bellissimi e poi possono girare il collo di 360 gradi e la cosa mi sembra stratosferica.
Stupendo il pappagallo ara, stupendo il "bubo bubo sibiricus" ovvero il gufo reale siberiano, stupendo pure Juan che sembra uscito diretto filato da un libro di Salgari, dall'antro dei pirati di un'isola caraibica, gli manca solo l'occhio di vetro o la gamba sifula. Gli racconto della mia passione per i gufi, in particolare per il gufo bianco, credo si chiami "delle nevi". -Ma ce l'ho il gufo bianco- mi dice- solo che oggi non l'ho portato sul mirador. Se vuoi ti accompagno a vederlo, è qui, poco distante, giusto girato l'angolo.
Gastone è perplessa, mi dice che è già tardi e dovremmo andare, deboli pretesti, in realtà la fiducia nel prossimo non è il suo forte, ma io non esito un attimo e lo seguo, lei alla fine viene pure e poi riconoscerà che ne valeva proprio la pena. Vai a destra, gira un angolo a sinistra, due e tre vicoli e ci ritroviamo in un cortile diroccato. Eccolo il mio gufo delle nevi e poi la sorpresa più bella, dei piccoli gufi reali siberiani  che vedremo dalla finestra, protetti dentro una stanza, la mamma è in cortile, fiera a giusto titolo della sua nidiata. Che meraviglia, grazie Juan!
Un ultimo regalo Arcos ce lo fa allo storico hotel Parador Casa del Corregidor, sempre in plaza del Cabildo, l'ex casa cinquecentesca di un governatore dove pranziamo col panorama nel piatto grazie a una grande vetrata che si apre sulla valle, roba che anche se mangi due uova al tegamino, ti sembra caviale.
Mi rendo conto che Arcos de la Frontera non è dietro l'angolo e non ci si può fare una scappata domenicale, ma a Grazzano Visconti si, dove ho scoperto tenersi in primavera un festival dei gufi, per chi li ama. Quest'anno me lo sono lasciato scappare, ma l'edizione prossima ci vado, eccome se ci vado.

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