martedì 4 giugno 2013

Santa Fe al peperoncino

Bella come sempre finora la strada del viaggio e anche quella per arrivare a Santa Fe; la città è veramente "stupendissima". Altro che andare a giocare a golf e svernare a Phoenix come fanno gli americani, anche carica come un mulo come questo saccopelista io tornerei di corsa qui, molto più sfizioso e poi è il regno del peperoncino. Lo so che non si dovrebbe parlare di una città partendo dal peperoncino, un banale dettaglio, ma non lo si può ignorare perché rosso e verde domina incontrastato ovunque, gli hanno dedicato persino due Bibbie culinarie e non appare solo nella sua forma autentica da vegetale, ma in ogni materiale, plastica, raffia, vetro, stoffa, ricamato sulle tovaglie, dipinto sulle piastrelle, decorativo sulle porte.
 
Crogiolo di cultura ispanica e nativa, antico e moderno, il Nuovo Messico è anche il mondo dei pionieri americani e dell'alta tecnologia e Santa Fe ne è il brillante esempio. Patria degli indiani Pueblo per oltre un millennio, fondata nel 1609 come capitale dei territori di dominio spagnolo, nel XIX° secolo diventa una città di frontiera americana e a metà del XX° la capitale dello stato del New Mexico; oggi un centro di fama mondiale per l'arte con musei, gallerie e teatri d'opera all'aperto, patria d'adozione di artisti e scrittori. Al mattino della nostra giornata vagabonda per la prima volta Jere ci fa un briefing, conosce bene Santa Fe perché ci ha vissuto e la ama molto.

Grande fascino e carattere di omogeneità nelle forme e in quel colore rosso caldo delle costruzioni locali di Santa Fe rigorosamente protette dall'amministrazione pubblica.

E' qui in uso  un'architettura fatta a mano i cui contorni non sono geometricamente precisi, le linee non rigorosamente dritte, un'architettura, quella di case e palazzi storici di Santa Fe,  che non conosce spigoli vivi né pilastri in cemento armato perché costruire in adobe è una tecnica millenaria di fare le case, semplici mattoni di fango e paglia essiccati al sole. Buon gusto, atmosfera accogliente e semplice raffinatezza negli interni come in certi negozi, con tante creazioni d'arte e d'artigianato come nel nostro albergo.

Cominciamo la scoperta della città con il New Mexico State Capitol, l'unico edificio del Campidoglio di forma rotonda degli Stati Uniti costruito come un  Zia Pueblo (Zia= sole) un "cerchio della vita che simboleggia i 4 punti cardinali, i 4 venti, le 4 stagioni e i 4 obblighi sacri (un corpo forte, una mente aperta, uno spirito puro e attenzione alla salute altrui). Nella hall d'ingresso, nelle anticamere del Senato e della Camera, nei piani superiori la Governor's Gallery dove sfilano i busti scultorei dei vari Governatori che si sono succeduti e opere d'arte contemporanea.
Segue la Mission of San Miguel fondata nel 1610, pare la più antica chiesa americana. All'interno si trova una raffinata collezione di arte religiosa ispanica fra cui una scultura messicana del Patrono San Michele, ma era proibito far foto.
E' poi il turno della Loretto Chapel, la prima chiesa in stile gotico costruita all'ovest del Mississipi  su imitazione della Sainte-Chapelle di Parigi e consacrata a fine '800. La sua fama è dovuta a una scala a chiocciola che conduce al coro con due rotazioni a 360 gradi senza l'utilizzo di chiodi né di alcun supporto, ma personalmente mi hanno colpito molto di più tutti i rosari della gente appesi in forma votiva sui rami di un albero davanti alla Cappella. 
L'ultima chiesa visitata, un isolato a est della Plaza, la piazza principale di Santa Fe, è la Cattedrale di San Francesco d'Assisi quasi a voler ricordare le grandi cattedrali europee, ecco perché anche se di metà '800 non è stata costruita in adobe secondo lo stile locale. All'esterno, davanti all'ingresso  la statua di Kateri Tekakwitha (1656-1680), la prima indiana del nord America ad essere stata proclamata santa. 
E poi per oggi mi fermo qui, perché vorrei condividere ancora molto, la Plaza, i musei, alcune opere che mi hanno colpito, composizioni artistiche in ogni angolo, un po' del sapore leggero e vacanziero che si respira in questa città, mi sa che dovrò scrivere un altro post su Santa Fe. Mi godo nuovamente la vista di un tramonto mozzafiato e per intanto quasi quasi mi farei una qualche vitamina, negli States ce ne sono a bizzeffe, solo l'imbarazzo della scelta, mai vista una tale concentrazione, scatole anche di formato gigante.   

  

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