martedì 7 maggio 2013

LOVES: Grand Canyon State

Certo non è il massimo passare in macchina una media di 5 ore al giorno, però durante questo viaggio negli States non mi è pesato per niente, credo di averlo già scritto e lo ripeto, grazie alla ricchezza dei paesaggi così particolari e maestosi che mutano in continuazione e ogni volta sorprendono. Col naso incollato al finestrino vedi un film in cinemascope scorrere senza soluzione di continuità.

E strada facendo, la fermata benzina-caffé-sandwich è l'occasione per una panoramica del gruppo. Sono contenta di aver imparato questa nuova funzione della mia macchina fotografica:
Entrare a Yosemite Park era stato in fondo come arrivare in un paesaggio dolomitico, natura articolata e composita, montagne, cime, cascate, altipiani, rocce, dimensioni smisurate certo, ma foreste di sequoia a parte, il tipo di panorama mi era familiare. Il Grand Canyon invece coglie completamente di sorpresa e anche se negli anni hai già visto reportage e foto non te l'aspetti.
Si circola per un altipiano a circa duemila metri di altezza tutto ricoperto da una foresta che all'inesperto appare monotona e uguale, poi però ci si accosta al ciglio di una delle varie piazzette panoramiche e davanti agli occhi si apre una voragine della terra dai mille colori che sembra non finire mai. Leggo che ci sono voluti quasi due miliardi di anni per creare questa meraviglia, una fenditura lunga 445 km, larga in media 16 km e profonda circa 1600 metri, cifre da capogiro. E centinaia di canyon laterali e sentieri si snodano tra e oltre i confini del Grand Canyon National Park, difatti continueremo a vedere queste vertiginose spaccature per un lungo tratto di strada dopo l'uscita dal parco.

Come la maggior parte dei turisti noi eravamo sul lato del South Rim (versante meridionale) accontentandoci solo di guardare l'opposto North Rim che è raggiungibile con 4 ore di macchina. L'indiscusso artefice delle erosioni del Grand Canyon e della morfologia delle sue rocce che all'alba e al tramonto si colorano di strisce dai mille riflessi, stratificata testimonianza della successione dei millenni, è il fiume Colorado, lungo 2300 km dalla sorgente nelle Montagne Rocciose del Colorado fino al Golfo di California nel Messico. Nel possente fiume confluiscono le acque provenienti da ben sette stati, quelli attraversati nel nostro itinerario.
La massa dei visitatori sfiora i 5.000.000 all'anno, ma per  fortuna era un periodo buono, nessuna coda o folla alle piazzole panoramiche e nei centri di interesse. Certo non eravamo i soli, osservo una lunga fila di moto mentre Cheryl si fa dare un bacio d'amore da uno splendido Golden Retriever, turista affettuoso, ma disattento al panorama.
Il Grand Canyon è abitato da almeno 4000 anni, detti genericamente Puebloans i primi amerindi o American Indians del sud-ovest americano; manufatti della loro cultura arcaica  trovati in nicchie delle pareti del canyon e numerosissimi siti con incisioni rupestri provano la loro presenza.
Le rovine del Tusayan Pueblo rappresentano ciò che rimane di un piccolo villaggio di una trentina di persone che qui hanno vissuto. Tusayan è stato costruito nel South Rim nel 1185 dagli Anazasi, antenati dei moderni Hopi e da loro abitato per circa un secolo, come rivelano studi e scavi archeologici iniziati nel primo '900. Sono poi subentrate altre etnie amerindie che vivono tuttora nella parte occidentale del canyon e fra loro i più numerosi sono i Navajo, la cui area di insediamento si estende fino allo Utah e al Nuovo Messico.
Fondamentale in ogni agglomerato indiano la Kiva, una stanza cerimoniale dalle svariate funzioni: area di stoccaggio, luogo di riunione, sito di cerimonie, riti e funzioni. In viaggio avremo occasione di vederne molte altre e la circolarità del luogo, con la simbologia che la caratterizza, mi sembra rappresentare l'elemento saliente.

Interessante, a 5 chilometri di distanza da rovine e museo Tusayan, la costruzione di tre piani dominata da una torre circolare che permette una visuale a lunghissima distanza, è la Desert View Watchtower, ispirata a una postazione di vedetta degli Anazasi.
Nell'arco di una vita mi è certo capitato di vedere dei canyon, uno per tutti quello lungo e profondissimo che conduce alla favolosa Petra, ma comprendo bene quell'americano che approfittando della possibilità negli States di scegliersi la targa che si vuole, per la sua vettura non ha esitato optando per: LOVES Grand Canyon State.  

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