domenica 19 maggio 2013

grazie! cara vecchia Hollywood

Per certi amici sono un'esagerata, una gasata infantilmente entusiasta, ma come si fa a non sbarellare se dal balcone della propria stanza d'albergo si gode dall'alba al tramonto di una vista come questa? Sembra di essere alle porte di quelle città ideali di cui hanno favoleggiato i filosofi Campanella, Tommaso Moro o Bacone, città ideali concretizzate come Sabbioneta, Brasilia o Chandigar, solo che qui l'architetto supremo è la natura oppure chissà, forse qualcuno che ci sta dietro.  Tipologie di parchi totalmente diverse: al Yosemite Park un paesaggio dolomitico all'ennesima potenza, al Grand Canyon  gli occhi rivolti in giù per una voragine della terra che non finisce mai, alla Monument Valley  lo sguardo puntato in su per vedere spuntare da un terreno desertico relativamente piatto monoliti immensi di arenaria che raggiungono i 300 metri.
Lungo una strada sterrata lunga 27 Km, la Valley Drive, si fa il giro del parco passando dai punti più spettacolari, giganti di pietra con il  nome delle forme che evocano, per esempio la Roccia dell'Elefante, la Roccia del Cammello, le Tre Sorelle, il Pollice, il Re sul suo Trono. Inoltrandosi nell'area ci sono incisioni rupestri e villaggi Navajo, ma bisogna avere una guida locale perché off-limits per le macchine private. Non ci siamo potuti andare. 
Stupenda scelta di Jere e Cheryl,  alloggiamo al Goulding's Lodge, un posto "incontournable" come dicono i francesi. I coniugi Goulding sono arrivati nella valle nel 1924 e poco dopo hanno aperto il loro spaccio commerciale dove si poteva comprare proprio di tutto come nei vecchi negozi di una volta, qui persino il bestiame, e lo hanno gestito per oltre 40 anni. I loro principali clienti nonché amici erano i Navajo, ma anche artisti, scrittori, archeologi, antropologi e soprattutto attori e registi, John Ford un vero habitué. 

L'appartamento dei Goulding al primo piano e la bottega al pian terreno adesso sono un museo, in fondo preziosa memoria della valle e di una certa sua storia. All'esterno davanti alla casa carri e diligenza, e dentro di tutto, le stanze private dei Goulding con i loro arredamenti , gli articoli che si vendevano all'epoca, manufatti navajo collezionati dai padroni di casa, vecchie foto e soprattutto articoli di giornali e materiale documentario cinematografico. Da quando nel 1938 il grande regista John Ford ha girato qui Ombre Rosse con un giovanissimo e sconosciuto John Wayne, la Monument Valley è stato il set "naturale" prediletto della mitica Hollywood per una pletora di film western e proprio qui, al Goulding's Lodge, vivevano gli attori durante le riprese.
I Navajo tradizionalmente non usavano il denaro, ma il vecchio e praticissimo baratto; in cambio di zucchero, farina, caffè, fiammiferi, chiodi, vanghe, cavalli e pecore offrivano cestini di vimini,  ceramiche, tappeti, gioielli in argento e turchese, lavorazioni artigianali apprese dai vicini messicani a inizio '800.
Discendenti da cacciatori itineranti i Navajo hanno continuato a optare per una vita semi-nomade. Così invece di "pueblo",  case in pietra nella roccia come  nel Canyon de Chelly o a Mesa Verde, la loro dimora tradizionale è l' Hogan su pianta esagonale o ottagonale a forma di cupola o tronco di cono costruiti tipicamente con tronchi d'albero o occasionalmente di pietra. La costruzione viene poi ricoperta con fango, detriti o zolle erbose usati come isolanti termici. L'ingresso si apre verso est, la direzione del sole che nasce, all'interno una distribuzione ben precisa degli spazi, come già visto nelle "kiva" del Tusayan Museum del Grand Canyon,  ma nessuna divisione e nessuna finestra tranne un'apertura circolare in alto per far uscire il fumo.
A cena, lo confesso, un vero cedimento "turistico", mi sono proprio lasciata andare scegliendo un Fried Chicken Dinner, calorie ti saluto, fra i piatti preferiti di Duke, il soprannome di John Wayne e a questo punto mi sento più che mai sua intima amica anch'io.  


L'itinerario continua e si riparte, ma fermiamo un attimo la macchina per voltarci indietro e guardare una volta ancora  quell'interminabile stradone che porta alla favolosa Monument Valley: un ultimo ammiccamento a Hollywood e ai suoi capolavori, quel Forrest Gump che camminava, camminava, camminava instancabile verso l'infinito portandoci tutti con lui.





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