giovedì 10 gennaio 2013

Gabon: il principe di Lastourville






Al di là delle peripezie varie, le sei ore del viaggio in treno N'djolé- Lastourville sono state bellissime, panorami infiniti e suggestivi di fiume, jungla e savane, una natura vergine e possente che sembra non finire mai.


Lasciato il Moyen-Ogooué di Lambaréné e N'djolé siamo ora nella regione Ogooué-Lolo, ricca di manganese e uranio, 2 abitanti per chilometro quadrato, Koulamoutou capitale amministrativa e Lastourville città più importante. All'epoca il difficile accesso nella fitta foresta ha isolato e protetto gli abitanti della regione dal commercio degli schiavi risparmiandoli anche inizialmente dalla colonizzazione come è avvenuto del resto per tutta la parte ovest del paese più  lontana dalle rive dell'Ogooué.

A Koulamoutou non ci siamo andati, pare che la strada fosse molto brutta e poi, del monte Iboundji, l'attrattiva paesaggistica di maggior rilievo della zona sulla guida Petit Futé stava scritto: "Le plus bel endroit du mont Iboundji est sa grande cascade. L'inconvéniant majeur de cette ascension est l'énorme quantité d'insectes très irritants qui nous y accompagnent. Parmi eux les pires sont les abeilles à sueur (qui ne piquent pas, mais se posent par centaines sur les gens por boire leur sueur et qui entrent dans les yeux, les narines et les oreilles) et les abeilles (qui se posent également sur les vetements et qui piquent!) Un bon truc est d'importer une moustiquaire faciale à poser sur un chapeau". Aiutoooooo, vade retro Satana, non bastano le zanzare assassine che si aggirano dal tramonto all'alba, qui il rischio malaria è sempre in agguato, ci sono pure le api che entrano negli occhi, nelle narici e nelle orecchie. Io col cavolo che ci vado e che mi metto la zanzariera facciale!

Inizialmente della tappa a Lastourville, città di 10.000 abitanti anche lei fondata nel 1883 da Savorgnan de Brazzà mi sembrava non meritasse parlarne, era proprio cominciata male e malgrado il cartello promettente " la voix du Gabon est pleine de beauté" la città è proprio brutta, un paesone caotico e sporco che si snoda lungo la strada principale. Ma poi due incontri hanno cambiato la prospettiva.  Dovevamo dormire nella missione di  Padre Aymar che funge da scuola e ospita ragazzi difficili, ma quando ho visto le stanze messe a nostra disposizione a momenti morivo: sporcizia e squallore a parte, una lunga fila di scarpe sul pavimento di colore indecifrabile e un esercito di formiche in coda verso la centrale lampada al neon.

 Non volevo fare la suocera snob e rompipalle e sono stata zitta, ma mi chiedevo proprio come avrei fatto a dormire lì. Per fortuna Alex è stata una alleata preziosa quando perentoria ha detto "qui è impossibile restare". Così l'albergo trovato alle dieci di sera da fuori mi è sembrato una reggia, ma anche a queste latitudini non bisogna mai fidarsi delle apparenze. Cucina chiusa (come altre volte mi sono fatta un panino con la scorta di formaggini "Vache qui rit"), niente acqua in bagno, anche il mastello drammaticamente vuoto, la doccia sul portasapone sembrava una scultura. Però- mi sono detta- qui almeno pensano alle zanzare e apro una delle tre buste sul tavolo a nome "double butterfly" che credevo essere pastiglie contro gli insetti; che ingenuità, si trattava di preservativi.

Anche al mattino in albergo non c'è in giro  nessuno e io se non mi bevo almeno 2 nescafé appena sveglia, vado in crisi. Non si vede un bar, chiediamo informazioni a uno sulla strada ed ecco nascere un bellissimo incontro col tunisino Tarek. E' lui il principe di Lastourville e l'ho soprannominato così perchè Tarek  ha un grande emporio all'ingrosso e al dettaglio con tutta la merce ben sistemata che appunto si chiama "Le Prince".

Un giovanottone sveglio e simpaticissimo che qualche anno fa ha raggiunto lo zio già in Gabon e con intraprendenza tutta levantina sta facendo fortuna in questo paese dove di voglia di lavorare e senso dell'organizzazione ce n'è poca. Tanto per cominciare ci offre caffé con brioche nel retro del suo negozio e poi raccontandoci i suoi ambiziosi progetti futuri  viene in giro con noi per tutta la mattina. Vediamo così il mercato coperto di Lastourville dove senza di lui non ci saremmo avventurati, la spiaggia sull'Ogooué di fronte all'isola Fétiche, dove i locali non vanno mai perché lì in passato venivano relegati ladri ed adulteri prima di essere trasportati a Lambaréné e venduti come schiavi.. Un uomo si tuffa senza sosta e raccoglie a mano della sabbia sott'acqua per riempire la piroga.

I camion poco distanti aspettano, la sabbia serve per il grande cantiere della strada che si sta facendo all'ingresso della cittadina. Colpisce vedere dei cappelli cinesi in testa ai capi dei lavori , ma in Gabon tutte le grandi infrastrutture, nel passato come nel presente, sono in mano a compagnie straniere e la Cina è in prima linea per gli appalti stradali.




Tarek ci mostra anche fieramente la cella frigorifera che ha appena fatto costruire, potrà così vendere anche carni e pesci surgelati e soprattutto condivide con noi la sua passeggiata preferita di Lastourville, quella che lui si fa tutto solo la sera per rilassarsi prima di andare a dormire, un lungo ponte deserto e silenzioso sull'Ogooué che si inoltra verso la giungla. Grazie Tarek, è stato bello conoscerti e i ragazzi ti aspettano a casa loro a Libreville quando passerai di lì per i tuoi business.

Come nella favola della Bella Addormentata anche il nostro albergo Tchenga all'una sembra essersi svegliato dal suo sonno profondo, due cani si fanno le coccole e nel ristorante deserto seduta tutta sola davanti alla televisione incontro la dolcissima Frida. Ordino un caffè e una bottiglia d'acqua,  lei si siede al mio tavolo e non si alza più. Frida viveva a Libreville, ma senza più il compagno e con una bambina di tre anni, è ritornata a Lastourville dalla famiglia. A fare questo lavoro si annoia da morire, di clienti non ce ne sono e il cuoco è sempre in giro, ma il suo sogno è quello di fare l'infermiera, e per questo sta mettendo i soldi da parte per pagarsi la scuola che è molto costosa. In bocca al lupo, Frida, ti porto nel cuore e ti auguro di farcela!



Un altro mistero della gestione del denaro pubblico in Gabon: a Lastourville tutto è dissestato, si prende la terra a mano dal fondo del fiume, manca l'acqua anche se diluvia tutto l'anno ma all'ingresso del paese c'è una pomposa scultura del guerriero Wongo che pare sia costata un patrimonio. Nessuna targa segnala l'autore, per fortuna l'artista ha firmato la sua opera sul tallone di un piede, è lo scultore francese di origine sarda Mauro Corda.
Su una placca in bronzo si legge: "Wongo " Il Patriota". Valoroso guerriero Awandji che all'inizio del XX° secolo si oppose all'occupazione straniera e che, dopo essersi arreso, fu deportato a Bangui nel 1929".


Lastourville, imprevidibilmente, alla fine è stata una buona tappa, ci ha offerto l'incontro con Tarek e Frida e un altro spaccato di questo contraddittorio paese in bilico fra arretratezza e modernità; un magnifico uccellino accanto a una discarica, l'intraprendenza di alcuni, l'immobilità di molti. "Tema: come ricevere un miracolo" chissà quanti nel paese in occasione del Natale hanno partecipato a questo seminario che grazie alla fede promette un miracolo personalizzato secondo il problema di ciascuno.

PS: oggi a mezzanotte lascio Libreville e la mia postazione sul balcone davanti all'oceano e me ne torno in Italia. Certo mi farà un certo effetto continuare queste note gabonesi fatte di caldo umido-improvvisi acquazzoni- fiumi-oceano e giungla senza fine da quel della Ghisolfa e trovare magari Linate sotto la neve come quando sono partita, ma......c'est la vie mamà!

1 commento:

  1. SARA CARISSIMA E' SEMPRE UNA GIOA LEGGERTI!
    FORSE TE L'HO GIA' DETTO I TUOI APPUNTI SONO PREZIOSI CAMMEI.E'SORPRENDENTE LA TUA DOTE DI FARCI VIVERE LE TUE EMOZIONI CON PICCOLE PRECISE PENNELLATE DI COLORE.TI ADORO!!!

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