mercoledì 21 marzo 2012

storie cilene

                                                 Glen e Beverly:
Gastone legge i consigli dei ristoranti della Lonely Planet come se fosse la Bibbia, mi scoccia ammetterlo perchè capita che non siano dietro l'angolo e la sera sono stanca di scarpinare ancora, ma spesso ne vale la pena, come quella volta che a Villarrica in Araucania abbiamo conosciuto Glen e Beverly. Come un gentiluomo di campagna inglese, anche se lui e la moglie sono del nord del Montana, Glen stava lavorando nel suo spettacolare giardino con vista lago e vulcano, potava, strappava erbe cattive, raccoglieva foglie secche,  si ammirava compiaciuto le sue ortensie.
Entrambi maestri elementari, amavano fare il loro lavoro in giro per il mondo, 4 anni in Perù, 2 in Arabia Saudita, poi il contratto in mano per l'Australia; prima di andare a conoscere i canguri si prendono però due settimane di vacanza e se ne vengono in Cile. Amore a prima vista, per il paese, per la sua gente, per questa proprietà di Villarrica totalmente dissestata ma di grande fascino con la sua grande casa coloniale e la vista mozzafiato.
 Ci pensano una notte, una sola notte, decidono di comprare e di restare, Australia ciao. All'epoca Glen e Beverly avevano 42 anni e nessuna esperienza, nè di accoglienza alberghiera, nè di cucina, nè di giardinaggio, ma la gente li ha aiutati, la burocrazia è stata pesante, ma senza corruzione, non hanno dovuto dare mazzette a nessuno. Così 22 anni fa è nata l'Hosteria de la Colina. I padroni di casa raccontano volentieri la loro storia e amabilmente a tavola durante la cena disegnano mappe stradali e danno consigli per le tappe successive.
Carmen:
Durante la crociera di 3 giorni  nella regione di Aysen, nella Patagonia settentrionale cilena fra canali e fiordi verso il ghiacciaio Rafael, la sosta del primo giorno è stata all'isola Jéchica; passeggiata fra i boschi e poi mega grigliata.
 Sull'isola ci sono 75 sentieri percorribili, strutture d'attracco per le barche di diporto, una stupenda clubhouse con stanze confortevoli e se sei molto fortunato puoi avvistare uno dei 18 esemplari recensiti della balena azzurra, più di 30 metri di lunghezza, il mammifero più grande al mondo. 
Carmen ed il marito sono di Santiago, da sempre appassionati di vela e navigatori instancabili. Una volta vengono sorpresi dalla tempesta, niente di strano in Patagonia e riparano sull'isola Jéchica, completamente vergine, nella coppia scatta una molla.
 Siamo nel 2005, comprano 80.000 ettari dell'isola dal governo cileno, si impegnano a preservarne la natura, creano su una parte la "Marina y Refugio". Carmen racconta che d'inverno vivono a Santiago e l'estate la passano qui e intanto io penso che esiste chi l'isola se la compra veramente!
Marta e Jorge:  A quanto pare in famiglia i pantaloni li porta lei, forte, sorridente e volitiva com'è, Jorge lo dice scherzando ma si sa che in ogni scherzo c'è un fondo di verità. Comunque non sembra prendersela troppo e appena può taglia la corda portando in giro i turisti per l'isola di Chiloè come ha fatto con noi per un intero giorno. Insieme al Professor Bahamonde Vera, Jorge è stata la nostra preziosa fonte di informazioni dell'isola.
E' con lui che abbiamo visitato Castro e le altre isole dei dintorni; con lui al mercato a vedere chupones
(un frutto che si succhia come un lecca lecca naturale, dal verbo "chupar" che vuol dire succhiare), cozze, vongole e ostriche che sembrano dei baobab, le teste mozzate di pesce per fare il brodo dei poveri ed essiccate quelle oceaniche alghe giganti avvolte come delle stringhe che verranno tagliate a tocchetti e cucinate in umido come una verdura di contorno (le ho mangiate una volta e poi mai più, sono bavose).
Lui che ci racconta delle palafitte colorate di Castro del primo '900 che appartengono all'Armada (Marina) del Cile che le ha date in concessione per 99 anni  a pescatori ed artigiani e senza peli sulla lingua dei terribili momenti di tensione, miseria e caos, situazione da vera imminente guerra civile, che sono stati il preludio alla dittatura di Pinochet.
Vivevano a Santiago, Jorge faceva il disegnatore tecnico, nel '96 in vacanza a Chiloè decide che vuole rivoluzionare la sua vita, niente più stress ed inquinamento da grande metropoli. Il mite Jorge trova il coraggio di dare l'aut aut alla moglie, o si va a Chiloè o ci si lascia. Marta piange, ma lo segue e aprono l'Hostal la Cordillera,  un posto da viaggiatori puri e duri con zaino in spalla (Francesco puoi essere fiero di me!),
 ma con una grande cucina e una sala con camino acceso. La nostra stanza da sulla strada con sbarre alla finestra che non si può aprire e fa un freddo barbino, ma dopo una sceneggiata napoletana inventandomi che la notte faccio pipì quattro volte, riesco a farmi dare una delle tre stanze con bagno dentro, urrah, niente ballatoio.
Alfonso e Katiuska: li abbiamo pescati su internet gli ultimi giorni affittando il loro appartamentino a Conchagua, bellissima località sull'oceano fra La Serena e Valparaiso, con la contigua Zapallar fra le più esclusive della costa. Alfonso è venuto a prenderci alla fermata dell'autobus; la casa non andava bene, troppo isolata e abbarbiccata in collina, senza la macchina era un casino, ma è stato di una tale gentilezza aiutandoci a trovare un'altra soluzione a Maintecillo e chiaccherando a briglia sciolta, che siamo diventati amici e un giorno ci ha portato in giro mostrandoci gli angoli più belli e meno conosciuti della zona.
Sono peruviani, lei di Arekipa e lui di Trujillo, ma si sono conosciuti nel '90 a Kuzco, alle falde di Machu Picchu, la mitica città incaica. Lei stava studiando, lui stava facendo il noviziato presso l'ordine cattolico dei Mercedari fondato da San Pedro di Nolasco. Colpo di fulmine, fra l'amore divino e quello terreno ha vinto il secondo, la loro è proprio una bella famiglia ed hanno due figli.
Per migliorare la loro situazione, come altri immigranti colombiani, haitiani, cubani, si sono trasferiti nel '93 in Cile, lavorano entrambi nelle ville dei ricchi di Santiago che hanno la seconda casa da queste parti. Raccontano che gli inizi non sono stati facili, ma la loro squisitezza umana ha pagato, sono riusciti a comprarsi la casa, per strada conoscono e salutano tutti, sono bene inseriti. Rimane un'idea che frulla nella loro testa, il coraggio di rischiare di nuovo per andare in Nuova Zelanda dove vivono da anni i fratelli di Katiuska. - Così i bambini potranno giocare con i cugini!-


  

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