giovedì 3 ottobre 2019

A Palo Duro Canyon non solo guerra, anche Scuola d'Arte

Di primo mattino lasciamo San Antonio e attraversiamo a volo d'uccello il centro di Austin, giusto il tempo, japanese tourist style, di lasciarmi scattare una foto al suo Campidoglio in mattoni rossi di fine '800, il più vasto degli Stati Uniti, ulteriore dimostrazione che se in America tutto è grande, in Texas ancora di più. Troppo di corsa, ma il fatto è che abbiamo circa 1500 chilometri da fare per raggiungere casa a Denver in serata, prevista una breve sosta a Waco  dove i novelli sposi recupereranno tutti i regali di nozze e soprattutto un'altra al canyon di Palo Duro, all'estremità nord del Texas in una zona chiamata Panhandle Plains. Leggo che, anche se meno conosciuto, quello di Palo Duro è il secondo più grande degli Stati Uniti dopo il famosissimo Grand Canyon dell'Arizona e  che si sarebbe formato circa un milione di anni fa. Stupendi i colori delle diverse stratificazioni rocciose. ( http://www.saranathan.it/2013/05/loves-grand-canyon-state.html)
Non è certo questa la sede per parlare delle innumerevoli campagne militari, le guerre, i sanguinosi conflitti che hanno segnato i rapporti fra i colonizzatori bianchi e in seguito gli americani con le diverse e plurime tribù dei nativi,  uomini liberi in territori liberi senza padroni e si sa com'è andata a finire, con una loro totale sottomissione alla sovranità statunitense. Resta il fatto che in particolare nella seconda metà dell'800 sono stati stipulati vari trattati (Reservation Treatys) fra le parti per regolamentare le nuove divisioni territoriali e le sfere di competenza. Trattati a volte firmati per coercizione, trattati non sempre rispettati dai "bianchi" e non sempre inizialmente accettati dagli indiani. E' quest'ultimo il caso dell'area di Palo Duro dove nel settembre 1874 Apache, Comanches, Cheyennes, Kiowa e Arapahos si ritrovano a combattere contro le truppe comandate da Ranald S. Mackenzie, un ufficiale di carriera diplomatosi nella prestigiosa accademia militare di West Point che non esiterà  a requisire tutti i cavalli, bruciare i loro  accampamenti e disperdere gli andiani  che si vedranno costretti a ritornare a piedi nella riserva di Fort Sill.  La Red River War (dal nome del fiume che attraversa il canyon ) degli anni 1874-75 è la campagna finale per la definitiva conquista statunitense delle pianure indiane del sud.
                                                             
Oltre che di scontri e di battaglie fa piacere  leggere, nel Visitor Center, della Scuola d'Arte che dal 1936 al 1941 in particolare ha visto giovani artisti alla tavolozza per tradurre con i pennelli la selvaggia e maestosa bellezza che il luogo sapeva ispirare. Direttrice del dipartimento d'arte del West Texas, sarà Miss Isabel Robinson a fondare la scuola d'arte di Palo Duro incoraggiando i giovani a riunirsi nel vicino villaggio, osservare e lavorare insieme. ( senza titolo-1940- Isabel Robinson // senza titolo-1938- Harold D. Bugbee)

Immortalo i giovani sposi che si avventurano a piedi  su una collina del pianoro mentre noi pigramente li stiamo a guardare e poi via, di nuovo in macchina verso il Colorado e Denver. All'altezza di Amarillo, e siamo ancora in Texas, la macchina sbanda, abbiamo bucato una gomma. E va bene, ci sta, avventure di viaggio, ma mi chiedo se questo Amarillo non porti sfiga, all'andata nei suoi dintorni l'allerta tornado, al ritorno la gomma bucata e soprattutto un cielo diventato improvvisamente scuro, vento, pioggia e persino grandine tanto che non possiamo uscire subito dalla macchina per cambiare la ruota. Se non altro ho il piacere di constatare finalmente una cosa piccola perfino in Texas, le minuscole palline di grandine!!!
Pochi giorni dopo, all'alba, vengo accompagnata all'aeroporto di Denver per il rientro in Italia. Grazie a tutta la famiglia e all'amica Rita, è stata davvero una bella esperienza. All'esterno, nell'area aeroportuale mi colpisce vedere un immenso, inquietante cavallo blu dagli  occhi di fuoco, per fortuna all'interno ci sono anche delle belle fotografie. Ultima istantanea da condividere di questo viaggio americano, la sala fumatori di Washington dove ho sostato due ore in attesa di attraversare l'Atlantico. Solo due persone, enorme e vuota, incredibilmente vuota, non mi era mai capitato; in Europa succede il contrario, quando ci sono, sono piccole e affollatissime. I due superstiti si sono sparati tre sigarette di fila e io pure, fra impenitenti peccatori ci si capisce!!!






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