domenica 22 gennaio 2017

Ground Zero e "the little chapel that stood"

Due immense piscine installate una accanto all'altra all'interno dello spazio originario delle Torri Gemelle, due cascate d'acqua di nove metri che scivolano lungo le pareti e ciascuna poi sprofonda in una cavità centrale e tutt'intorno, sui parapetti di bronzo, i nomi delle 2977 provenienti da oltre 90 nazioni morte quel famigerato 11 settembre 2001 e quelli delle vittime dell'attentato del 26 febbraio 1993, quando i terroristi avevano fatto detonare degli esplosivi nel garage del World Trade Center.  
Già a Berlino mi ero chiesta come si fa a tradurre visivamente l'orrore in architettura e ricordo quella vuota spianata di sassi grigi davanti alla Topografia del Terrore (http://www.saranathan.it/2010/06/berlino-pieni-e-vuoti.html). Bellissimo il progetto architettonico del sito di Daniel Libeskind. Forse è un aggettivo che non si dovrebbe usare, forse è un ossimoro definire bellissimo un luogo che è stato costruito sulle rovine di una tragedia e che è lì a testimoniare di quella tragedia, eppure le due voragini quadrate che inghiottono silenziosamente l'acqua che scorre evocano con grande potenza caos e frastuono della distruzione di quel 11 settembre. La vittima più anziana aveva 85 anni, la più giovane solo 2 e fra i due estremi una lunghissima fila di storie e vite, oltre 400 fra i primi soccorritori sono morti nel compimento del loro dovere. Tutti inghiottiti da ben altri buchi neri, quelli di una mortifera ideologia malata.  
Accanto alle due immense vasche si trova il Memorial Museum per preservare la storia degli eventi dell'11 settembre, documentando l'impatto degli attacchi ed esplorandone il significato attraverso opere monumentali e personali, racconti in prima persona e schermi multimediali. Il Museo comprende due mostre principali, "in Memoriam" che rende omaggio ai caduti e una mostra storica che racconta gli eventi e ne esamina le conseguenze e l'impatto sul presente. Non ci siamo andati, c'era una coda lunghissima e abbiamo preferito sostare in silenzio davanti  alle vasche come tanta altra gente.
Sull'area, semplicemente strabiliante e appena inaugurato nel marzo 2016, il World Trade Center Transportation Hub, soprannominato Oculus dell'architetto spagnolo Santiago Calatrava. Il progetto è stato costruito dove si trovava un centro commerciale distrutto dagli attentati ed è praticamente un importantissimo crocevia di trasporti, una stazione che connette i treni Path verso il New Jersey, 11 linee della metropolitana, le 4 torri del World Trade Center, la piazza del Memoriale e il terminal dei traghetti Battery Park City.  12 anni di lavori, 12 mesi di ritardo rispetto alla tabella di marcia, dei costi raddoppiati rispetto alle stime iniziali, ma la struttura è assolutamente spettacolare, un edificio avveniristico che all'interno, con tutto quello spazio e quel biancore fa pensare ai film di fantascienza. All'esterno due grandi ali di acciaio e mi è piaciuta molto quell'ala spezzata che forse ha una sua simbologia.  
A un tiro di schioppo, la Saint Paul's Chapel, il più antico edificio religioso di New York, che dopo aver  sopravissuto intatto al grande incendio del 1776 che aveva quasi completamente distrutto la limitrofa Trinity Church, è rimasta miracolosamente incolume anche negli attentati dell'11 settembre 2001, neanche un vetro rotto,  ecco perché viene anche chiamato "the little chapel that stood". Non solo, per nove mesi dopo gli attentati i volontari della Saint Paul's Chapel si sono prodigati per dare rifugio, cibo, ogni genere di aiuto alle migliaia di lavoratori impegnati fra le rovine del World Trade Center. (il Cristo è dello scultore Jon Krawczyk)

e la vita continua......

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