venerdì 18 novembre 2016

Harvard

Avevo in mente di riunire Harvard e il MIT in un unico post, ma non ce la faccio, ho scattato un sacco di foto da condividere e poi queste cittadelle del sapere, dello studio, della conoscienza sono troppo grandi e interessanti per essere liquidate frettolosamente. Dalla Kennedy Library abbiamo preso una metropolitana e in dieci minuti eccoci arrivati a Cambridge, nella periferia nord di Boston. Non approfittiamo mai delle possibili visite organizzate gratuite per i campus e preferiamo girollare disordinatamente da soli, magari ci perdiamo delle cose, ma la scoperta è più libera e divertente. Nello Harvard Yard, questa piazza-parco come abbiamo già visto a Yale, cuore di questi complessi universitari dove secoli fa ci pascolavano mucche e pecore, c'è subbuglio, uno sciopero in atto. Mi informo e mi si dice che è in agitazione il personale addetto alla ristorazione e visto che il campus è frequentato da circa 20.000 studenti,  si tratta di circa 2000 persone malcontente, (non so perché ma avranno le loro buone ragioni) che lavorano alle mense. Nel frattempo, sul prato abbiamo visto una magnifica "Reclaning Figure" in 4 parti di Hanry Moore del 1972-73 e fra gli alberi abbiamo trovato appeso un manifesto con i vari menù del giorno.
Cambridge è la sede del primo istituto universitario americano, qui ha iniziato a funzionare oltre tre secoli fa  la prima pressa da stampa e la cittadina diventa ben presto una grande porta aperta per chi fa funzionare il cervello; fama e prestigio che partono dunque da lontano e che questa università continua a mantenere alla grande. Leggo che Cambridge ha il soprannome di "Repubblica popolare" per il suo orientamento politico progressista e che, per esempio, è stato il municipio locale a rilasciare le prime licenze matrimoniali a coppie omosessuali; e io che credevo che il primato "liberal" spettasse alla California. Sta di fatto che Harvard, fondata nel 1636, è il più antico istituto universitario del paese e detiene un sacco di primati, di fondi, di potere, di qualità dell'insegnamento, fra i suoi muri ha visto laurearsi ben 8 Presidenti e un sacco di suoi studenti hanno vinto premi Nobel e Pulitzer.
Nello Harvard Yard c'è la statua di John Harvard, un giovanotto approdato nel Nuovo Mondo nell'estate 1637 che muore di tubercolosi un anno dopo a soli 31 anni, ma che lascia in eredità al College la sua biblioteca di 400 volumi e la metà dei suoi averi, 800 sterline che all'epoca erano una somma notevole. Si è considerato doveroso intitolare il College al generoso benefattore, ma in realtà non è stato lui il fondatore. Ecco perché il suo busto viene chiamato " la statua delle tre bugie": primo, la persona che raffigura non è Harvard, ma uno studente qualunque scelto dallo scultore, secondo, non è stato lui il fondatore e, terzo, il vero anno di fondazione del college è il 1636 (solo sei anni dopo il primo insediamento inglese a Boston e inizialmente è nata come una semplice scuola privata, divenuta ufficialmente università nel 1780 quando riesce ad ottenere una propria autonomia economica) e  non il 1638 come risulta scritto sulla targa accanto alla scultura. Cominciamo bene, meno male che il motto dell'Istituto è "Veritas", comunque, palle a parte, gli studenti usano toccare il suo piede sinistro prima degli esami perché porta buono. 
Per rispettare la nostra tabella di marcia ci è purtroppo mancato il tempo di visitare ad Harvard i suoi prestigiosi musei come quello di scienze naturali, di arte o di archeologia-etnologia e abbiamo dovuto accontentarci di una passeggiata in esterni fra i vari edifici , l'unico istituto in cui siamo entrati è stato il "Carpenter Center for the Visuals Arts" perché progettato da Le Corbusier (inaugurato nel 1963) e se non vado errata è l'unica realizzazione del grande architetto negli Stati Uniti. La sua modernità spunta fuori all'improvviso in uno spazio esiguo in mezzo ad edifici di stile georgiano (1720-1840).
Maquette, découpage, dipinti, sculture, gessi,  pennelli, colori, un bel disordine che sa di creatività, un professore che tiene informalmente una lezione sulle scale, ce ne andiamo in giro a curiosare liberamente, nessuno ci dice niente e credo che sia più o meno così in tutti gli istituti sempre aperti, che meraviglia!! Leggo che il Carpenter Center è a disposizione di tutti gli allievi indipendentemente dalle discipline scelte o dal corso di studi praticato, l'obbiettivo è quello di sollecitare nei giovani il gusto e il piacere di coniugare il lavoro delle mani con quello della testa. La costruzione in cemento grezzo e vetro, le varie aperture, i collegamenti fra gli spazi interni e quelli esterni, la rampa che collega due strade attraverso il terzo piano, i piloni che sostengono i vari piani, le finestre orientate in modo da filtrare la luce risultano essere una vera esemplificazione delle teorie di Le Corbusier. 
Mi viene da pensare che dev'essere una vera fortuna essere giovani e poter studiare in un posto come questo.....per happy few certamente visto che servono un bel Q.I. per passare la selezione e tanti soldini per pagare la retta. Una capatina in una delle numerose librerie dell'animata Harvard Square e poi a fine mattinata basta cultura, è arrivato il momento di una ricca insalata e caffè prima di attraversare il Charles River e scoprire il MIT, altra bellissima sorpresa dove, come vedremo, persino le scimmie adoperano il computer.  

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