mercoledì 11 dicembre 2019

Napoli: passeggiata del primo giorno

Era sabato 26 ottobre, eravamo arrivate la sera prima e questo era il nostro vero primo giorno napoletano. Chi se ne frega dei musei, delle mostre, di fiondarci in luoghi chiusi come  chiese, cappelle o catacombe, con 13 giorni davanti a noi avremmo avuto tutto il tempo per farlo; a Milano avevamo lasciato pioggia e freddo, invece a Napoli caldo e un cielo blu che più blu non si può, avevamo solo una voglia, quella di andarcene a zonzo all'aperto e prima di iniziare la scarpinata naturalmente una sfogliatella calda e un caffè.  Dove? Ma " al vero bar del Professore " of course  e vorrei sapere in quale altro posto al mondo si fa il marketing poetico in rima  "Napule tene tanti cose belle/ Napule è famosa 'pe sfugliatelle/'pe canzone e 'po core/e 'po cafè do' Prufessore // caro turista pè campà felice/senza 'nu malanno e senza 'nu raffreddore/ 'nu cunsiglie io te do/pigliate 'o cafè do' Prufessore// Dint'a tazzulella ce truove ammore/cùnte fino a tre.../e add'o prufessore sei servito come un Re
Il bar sta in piazza Trieste e Trento, in fondo a via Toledo e proprio accanto alla galleria Umberto I (di cui le foto), al Palazzo Reale, al teatro San Carlo, alla Basilica di San Francesco di Paola, insomma, accanto a tutto quel ben di Dio che si trova nella monumentale piazza del Plebiscito. La Galleria ottocentesca più famosa della città assomiglia davvero molto alla milanese Galleria Vittorio Emanuele II, facciate neo rinascimentali, soffitto vetrato, brillantissimi marmi e mosaici per terra. In uno di questi palazzi trovo una targa che ricorda la grande giornalista e scrittrice Matilde Serao, prima donna italiana a fondare e dirigere due giornali, "Il Mattino" prima col marito (1892) e "Il Giorno" poi (1904). Scopro che negli anni '20, senza successo, è stata più volte candidata al Nobel di letteratura.  
Il Palazzo Reale, la più importante delle quattro residenze dei Borboni, è stato la residenza storica dei viceré spagnoli per oltre centocinquanta anni fra il XVIII° e il XIX° secolo. Ceduto nel 1919 da Vittorio Emanuele III di Savoia al demanio statale, è divenuto un polo museale con la visita agli appartamenti reali, al Teatrino di Corte e a ben due biblioteche fra cui quella Nazionale. Ripromettendoci di farlo in un giorno di pioggia, quel 26 ottobre il giro del palazzo l'abbiamo rimandato, limitandoci a visitare il cortile interno e il monumentale ingresso, non abbiamo però mancato la stupenda "Montagna di sale" di Mimmo Paladino nei giardini.  So che l'installazione era stata precedentemente esposta in piazza del Plebiscito e che aveva suscitato pareri contrastanti, non tutti apprezzano l'inserzione del contemporaneo fra i tesori antichi, ma per quanto mi riguarda ho trovato superbi quei cavalli arcaici proprio lì dov'erano, Li ho interpretati come moderna espressione della creatività dell'uomo che come un costante fil rouge collega il passato al presente.
La tappa successiva della nostra passeggiata è il Maschio Angioino come viene comunemente chiamato o Castel Nuovo secondo una dizione più corretta.  La costruzione originaria, modificata due secoli più tardi dagli Aragonesi e prima dello scoppio della seconda guerra da imponenti restauri, la si deve a Carlo d'Angiò che nel 1266 sale al trono di Sicilia e stabilisce il trasferimento della capitale da Palermo a Napoli. La Cappella Palatina è l'unica testimonianza rimasta della costruzione iniziale, famosa come dimora di Giotto che vi ha soggiornato e dipinto gran parte degli interni del Castello. Gli affreschi rappresentavano le Storie del Vecchio e Nuovo Testamento andati quasi interamente perduti tranne qualche frammento. Meta privilegiata degli intellettuali e degli artisti più in vista dell'epoca, Castel Nuovo ha temporaneamente ospitato illustri personaggi come Giovanni Boccaccio, Papa Bonifacio VIII, Papa Celestino V e Francesco Petrarca.  Come per il Palazzo Reale scrivo di cose che ho letto ma non visto, l'obbiettivo del giorno era quello di un primo giro panoramico.




Con quell'irresistibile richiamo che rappresenta sempre il mare  i nostri passi si dirigono verso  via Nazario Sauro. Sempre spavalda e generosa mi appare Napoli in questo nostro primo incontro ravvicinato; spavalda perché consapevole delle sue bellezze e generosa di sé, del suo blu Mediterraneo, del suo sole, del suo Vesuvio, del suo vivere con intensità il presente e anche delle sue contraddizioni e difficoltà. Generose persino le forme delle sue spose nel fatidico giorno e naturalmente porgo i miei auguri vivissimi. 
La passeggiata continua e pranziamo, con la prima insalata caprese dalla mozzarella sublime del soggiorno, al Borgo Marinari accanto a Castel dell'Ovo, il più antico della città, eretto dai normanni nel XII° secolo. La seguente dinastia sveva comincerà ad utilizzare il Castello come residenza della corte; Federico II vi conserva il Tesoro Regio e fa realizzare un appartamento per la moglie abitato in seguito anche dal figlio Manfredi. Anche gli angioini, malgrado il loro Castel Nuovo si serviranno della fortezza per gli usi della corte e altrettanto faranno, due secoli più tardi gli aragonesi. Alfonso V d'Aragona opererà delle significative modifiche alla struttura per finalità militari. Il Castello sorge nel Borgo Marinari, una sorta di isolotto roccioso gremito di ristoranti. La posizione superba di questa appendice rocciosa sul mare, chiamata nell'antichità Megaride, pare non sia sfuggita neanche a quel Lucio Licinio Lucullo, politico e generale romano di luculliano palato che in questo punto, illo tempore, avrebbe fatto costruire una delle sue ville. E che villa, i rinvenimenti archeologici attesterebbero di terme, portici, orti, piscine e una biblioteca; il Castel dell'Ovo ha  illustri precedenti. 
La nostra scarpinata sui lungomare Nazario Sauro e Partenope termina ai giardini di Villa Comunale, là dove inizia il lungomare di via Francesco Caracciolo e ne ho già parlato in un precedente post. http://www.saranathan.it/2019/11/napoli-mergellina-marechiaro-e-posillipo.html
Le chicche del giorno però non finiscono qui, coi piedi dolenti ma contenti ci prendiamo un taxi per essere alle 6 del pomeriggio in punto al concerto che si tiene al teatro San Carlo. Siamo felici, una fortuna sfacciata, al mattino ci eravamo accorte di questa opportunità e l'abbiamo presa al volo prenotando i biglietti. Che emozione, appuntamento con la grande musica di Beethoven e Brahms e col mitico teatro San Carlo, il più grande d'Italia, e il più antico del mondo. Piatto ricco mi ci ficco, grazie Napoli !!!






















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