domenica 4 febbraio 2018

San Sebastiàn: dalla parte di Mont Igueldo


Il punto di partenza è sempre lo stesso, il Paseo de la Concha, ma questa volta la nostra passeggiata è in senso opposto, verso ovest, verso Mont Igueldo. Sul lungo oceano ancora dimore bellissime e non mi stanco di ammirarle e fotografarle, sulla spiaggia uno stabilimento balneare dal sapore rétro che ha grande fascino. Anche senza il sole l'atmosfera di questa città è deliziosa, non c'è l'eccesso di chiese e di Madonne in ogni angolo di strada come in altre località spagnole, non si percepiscono ostentazione e mondanità tipiche di certi luoghi alla moda, nessuno corre, ritmi e fretta delle metropoli sono lontani mille miglia, turisti e locali sembrano tranquilli e rilassati. A Donostia si sta bene e basta, così, semplicemente. 
A metà strada si incontra il Palazzo Miramar, un tempo residenza estiva della corte di Spagna. Villa, giardino, vista panoramica, tutto davvero stratosferico. Già nel 1887 la regina Maria Cristina, vedova di Alfonso XII° aveva trascorso un soggiorno a San Sebastiàn, ma sei anni dopo decide di farsi costruire un palazzo e naturalmente l'ha voluto in collina davanti all'Atlantico, nel posto migliore. L'edificio in stile inglese, quello delle grandi dimore di campagna del XVII° secolo o cottage, come vengono anche chiamate oltre la Manica, viene concepito da un architetto inglese, certo Selden Wornum, ma è poi un architetto basco a seguire i lavori. Non abbiamo potuto entrare, ma pare che al pianterreno ci fossero all'epoca  la biblioteca e le sale di ricevimento, al primo piano le stanze private della regale famiglia e il secondo piano era riservato alla servitù. Con il declino degli splendori della corte, negli anni '50 una parte della villa è diventato un internato scolastico per la formazione del futuro re Juan Carlos I° e di altri giovani rampolli dal sangue blu. Il comune di San Sebastiàn acquista parte del terreno e la costruzione nel 1972 e li destina a uso pubblico. Hanno luogo qui diversi appuntamenti culturali, come per esempio la premiazione finale del festival del cinema di San Sebastiàn e  i corsi estivi dell'Università dei Paesi Baschi.
E finalmente il Mont Igueldo si avvicina.
 Questa volta non bisogna scarpinare in salita come a Mont Urgull, perciò non ci accontentiamo delle sue pendici e dell'emblematica scultura di Chillida "Il pettine del vento" che sfida l'oceano. Saliamo fino in cima grazie a una funicolare, risorsa perfetta per i pigri come la sottoscritta e poi adoro le funicolari. La vetta in realtà è un grande parco d'attrazioni anche piuttosto kitsch, giostre di ogni tipo, sputnik per andare sulla luna e cammelli per avventurarsi in un deserto della fantasia. Particolarmente entusiasmante per i bambini una barchetta che fa il giro del colle in un canale a strapiombo sull'oceano. Inutile dire che è la vista ad essere fantastica.
Questo è l'ultimo post su San Sebastiàn. Forse mi sono dilungata troppo, forse non è molto interessante e me ne scuso, ma il bello di questa città per me non è consistito in un posto o in un museo in particolare, ma nel suo insieme, l'atmosfera, i paesaggi, le bellezze che si dipanano intorno alla baia. Ultimo saluto e due ricordi a cui tengo: mamma e figlia vestite allegramente uguali e il disegno che ho ricevuto da Noam di prima mattina il giorno del mio compleanno con il mio nome scritto da lui per la prima volta. La candelina ha una grande fiamma verde alla rovescia, ma noi amiamo l'originalità.

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