venerdì 19 gennaio 2018

Saint-Jean-Pied-de-Port: mantello, bisaccia e bordone del pellegrino

Gita a Saint-Jean-Pied-de-Port, tappa prima o poi "incontournable", come dicono i francesi per chi si vuole cimentare nel cammino di Compostela e pare che nel nuovo millennio i "viandanti"siano sempre più numerosi. Capitale della Bassa Navarra, la leggenda fa risalire la creazione di questa cittadella fortificata nel 716 al re di Pamplona Garcia Ximenez....ma in realtà non è che alla fine del XII° secolo che il nome di San Giovanni del Pie de Portus compare ufficialmente come capitale delle terre oltre i monti su un documento firmato dal re di Navarra, Sanchez II° il Forte.
Saint-Jean-Pied-de-Port (Donibane Garazi in basco) deve la sua denominazione all'ubicazione geografica proprio ai piedi dei Pirenei e ai suoi protettori, San Giovanni Evangelista prima e San Giovanni Battista poi. Fortezza, città-frontiera e nel contempo crocevia commerciale ai piedi dei Pirenei, Saint-Jean-Pied-de-Port rappresenta una tappa storica fra la Francia e la Spagna su una delle più vecchie strade d'Europa, percorso antico di transumanza, via romana, obbiettivo di invasioni, meta di pellegrinaggio, strada militare e oggi ambito itinerario dei camminatori con o senza fede. (Ho sommariamente tradotto il testo francese a latere, per dare un assaggio di lingua basca, dalle origini tuttora misteriosa per i linguisti, e mostrare quanto particolare e ostico risulti questo idioma alle nostre orecchie). "Donibane Garazi euskaraz bere izena Pirinioen oinetan eta bere babeslekuan kokatzen den leku geografikoari zor dio izena, lehenik San Juan Ebanjelaria eta gero San Joan Bataiatzailea. Gotorlekua, hiri-mugatik eta, aldi berean, Pirinioen oinetan merkataritza-bidegurutze bat, Saint-Jean-Pied-de-Port-ek Frantziako eta Espainiako arteko geldialdi historikoa adierazten du Europan kale zaharrenetariko bat, transhumantzia bide zaharraren bidez. Roman, inbasioen helburua, erromeria helmuga, errepide militar bat eta gaur egun oinezkoentzako ibilaldi ibiltaria, fede edo gabe."

Una lunga distanza, 800 chilometri, separano Saint-Jean-Pied-de-Port dalla spagnola Compostela, ma solo 27 dal passo di Roncisvalle, mitico valico impastato di storia e di leggenda dove Carlo Magno nel 778 avrebbe condotto battaglia per estendere il suo impero e la cristianità aiutato dal fido paladino Rolando, eroe della medievale epica narrazione francese "Chanson de Roland" e protagonista assoluto del canovaccio dei pupi siciliani.  Ma più che terra di sanguinosi combattimenti la località deve la sua fama alla storia del pellegrinaggio  e non a caso la Porta Saint Jacques, storica entrata nel borgo in direzione di Roncisvalle è patrimonio Unesco. Poco distante la Fortezza dalle possenti mura eretta nel 1620 e poi rimaneggiata a fine secolo da Vauban, deus ex machina di tutte le fortificazioni francesi.

Percorrendo in effetti la via della Cittadella, colonna vertebrale della città vecchia, tutto sembra essere in funzione del pellegrino, le numerosissime insegne per rifocillarsi, dormire, equipaggiarsi per il cammino, informazioni di percorso e anche informazioni storiche, la prima "Guide du pèlerin" di un certo Aimery Picaud risalirebbe addirittura al XII° secolo. Leggo  degli attrezzi del mestiere: il pellegrino medievale è vestito di una tunica grezza, corta per gli uomini e lunga per le donne, un mantello con cappuccio ricopre le spalle e un cappello a larghe falde protegge il capo; corredo indispensabile bisaccia, bastone, una cassetta per riporre i certificati delle varie tappe, la borraccia dell'epoca ovvero la zucca a fiasco e sulla via del ritorno l'emblematica conchiglia raccolta sulle spiagge galiziane. Lungo la strada si fa notare anche una casa rossa, Maison Arcanzola, forse la più antica del borgo, sull'insegna c'è scritto 1510.
Davvero stupenda la passeggiata sugli spalti con fiori e colture dei mini orti, si raggiunge la chiesa Notre-Dame-du-Bout-du Pont e poi la passeggiata conduce fino al vecchio ponte sul fiume Nive che attraversa il borgo e che offre incantevoli squarci paesaggistici. 
Per il turista dei nostri giorni pigro come la sottoscritta, invece di scarponcini e picozza si può fare rifornimento di coloratissimi baschi e espadrillas.
Terminiamo la giornata con una bucolica passeggiata nei dintorni, fra cavalli, capre, greggi di pecore a mai finire e un favoloso tramonto che avrei voluto senza fine. La cosa più bella è che ci ha inaspettatamente accompagnati lungo tutto il percorso un pastore dei pirenei spuntato fuori da una fattoria. Che bello, mi sono lasciata andare ai ricordi, quando con i miei ragazzi piccoli guardavamo insieme alla tele il cartone animato Belle e Sebastien e ci piaceva tanto. 


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