lunedì 7 agosto 2017

Galerie Lympia: Giacometti al bagno penale

Evviva! A Nizza si è aperto da pochi mesi uno splendido nuovo spazio espositivo ovvero la Galerie Lympia, che inizia la sua attività culturale sotto i migliori auspici con una mostra,  " L'oeuvre ultime", di una cinquantina di opere significative del periodo della maturità ( 1960-1965) del grande Alberto Giacometti. Sculture, pitture, disegni, litografie testimoniano della costante rigorosa ricerca dell'artista e provengono dalla parigina Fondazione Giacometti.
Impensabile una migliore cornice espositiva, il luogo e la mostra sembrano davvero fatti l'uno per l'altra: austera e rigorosa l'opera del Maestro e altrettanto la ristrutturazione di quegli spazi che, sorti nella seconda metà del '700 come magazzini di carenaggio del limitrofo porto, per quasi un secolo, dal 1793 al 1850 sono stati adibiti a prigione. Un vissuto carico di fatica e di dolore quello dei galeotti che qui hanno abitato e che nei decenni  si sono succeduti nei lavori forzati e diversamente, ma altrettanto tormentata, la storia personale di Giacometti che distruggeva regolarmente le sue opere per insoddisfazione artistica, la disperazione di non giungere mai a rappresentare compiutamente la figura umana:  "Ma dove sta dunque la somiglianza? Dov'è la verità, visto che la copia più fedele ce ne allontana?...Come riprodurre una cosa, creare un'immagine, un'apparenza dell'oggetto rappresentato? Come rendergli giustizia? Come cogliere la somiglianza? Non trovi che sia un compito impossibile in un universo dove tutto è unico, inimitabile?... (conversazione con il fotografo Brassai pubblicata in "Le Figaro Littéraire"  il 20 gennaio 1966) ("Grande femme I" 1960 bronzo)
Ho parlato di "prigione", ma in realtà avrei dovuto precisare meglio, questo luogo era un "bagno penale" che non è la stessa cosa. Prigioni e schiavi sono sempre esistiti fin dalla più remota antichità, ma risale a epoca più recente, al Basso Medievo, l'idea di sfruttare il detenuto come manovalanza gratuita per opere pubbliche e spesso in luoghi impervi. Col "progredire della civiltà" allo schiavo si sostituirà via via il detenuto che invece di "oziare" in prigione, farà la sua parte per la collettività e poco male se ha le catene al collo o ai piedi, se vive in condizioni igienico-sanitarie improponibili, se il cibo è cattivo e scarso, se il tasso di mortalità è alle stelle. "Figurine" 1961 bronzo)
In un viaggio a Mosca, la mia ammirazione per la sua meravigliosa metropolitana si era sciolta come neve al sole leggendo di quante vite umane era costata; per Stalin erano i bagni penali in Siberia il "serbatoio umano" cui attingere e questo è solo un esempio fra tanti.  Nella seconda metà del '700 i "lavoratori" del bagno penale di Lympia, succursale di quello di Villefranche, hanno costruito tutte le infrastrutture del porto di Nizza, il port Lympia, per volontà di casa Savoia, ovvero del re di Sardegna Carlo-Emanuele III°. Nell'altalena della Storia, i francesi, arrivati a Nizza nel settembre 1792, manterranno i bagni penali di Villefranche e di Nizza  ma li riserveranno non ai forzati comuni ma ai militari insubordinati o disertori e con il ritorno del Regno di Sardegna, Port Lympia diventerà un bagno militare marittimo fino alla sua completa chiusura nel 1850 e finalmente la conversione degli spazi per nuove funzioni. (" Femme debout" 1961-62 circa. bronzo  -"Buste d'homme" 1961 bronzo  - "Caroline" 1965 olio su tela)
"Buste d'homme" (pour la Fôret) 1950 circa. Gesso. -"Petit buste d'Annette" 1951 circa. Gesso dipinto.   -   "Annette noire" 1962 olio su tela

Passando dai forzati del lavoro al nostro Giacometti "forzato dell'arte", se mi è concesso l'eufemismo, vorrei condividere infine quattro splendidi disegni di un Giacometti inusuale di fronte al mare.  Abituale frequentatore di Stampa e delle sue montagne, non lo conoscevo alle prese con sole, acque blu e vele, ma questa mostra è l'occasione per scoprire che l'artista con la moglie Annette si è recato più volte alla villa Natacha dell'editore Tériade a Cap Ferrat e la sua matita, essenziale come sempre, ci ha regalato paesaggi e la sua visione della Costa Azzurra. ("Bateau sur la mer" 1965 biro nera su carta - "Baleine, soleil, bateau, homme debout de profil" 1961 disegno, matita su carta)
E dalla visione sublimata dell'arte in bianco e nero alle coloratissime barche vere viste a fine mostra da un balcone sul porto di Nizza grazie all'inaspettato invito all'aperitivo di un'amica incontrata per caso che abita proprio a due passi dalla Galerie Lympia, un nuovo indirizzo culturale nizzardo da non perdere assolutamente.  

PS. a proposito di Giacometti:  http://www.saranathan.it/2011/05/ma-ga-il-moma-del-varesotto.html

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