sabato 5 settembre 2015

Matera: camminata fra i Sassi

Dal nostro agriturismo di Locorotondo cerchiamo due stanze in un B&B per la nostra tappa successiva a Matera e fra vari tentativi approdiamo a Michele, colpisce subito la sua gentilezza al telefono, poi di persona non ne parliamo. Ci da appuntamento in via Lucana davanti al Castello Tramontano, un castello quattrocentesco poco lontano dal centro cittadino lasciato incompiuto dopo la morte del proprietario, il conte Tramontano, assassinato nel lontano 1514 dai materani esasperati da tasse, angherie e jus primae noctis esercitato dal conte sulle loro fresche sposine. Da soli non potremmo e non sapremmo come accedere al centro storico e Michele ci viene a prendere; qualche curva nella sua macchina fra vecchi vicoli che lui conosce a menadito ed eccoci sbarcati in Piazza del Duomo con la sua cattedrale attualmente in restauro (esterno sobrio in stile romanico-pugliese, interno sontuoso neo-barocco), eccoci davanti alla nostra salita Castelvecchio dell'omonimo rione con pietre che più antiche di così si muore ed eccoci davanti al primo panorama mozzafiato che ci dona generosamente Matera, il Sasso Baresano visto da piazza del Duomo.
Michele è un fiume in piena, un torrente di parole che non si arresta mai; ci racconta la sua vita come se ci conoscesse da sempre, del padre boscaiolo, dei suoi nove fratelli, di quando verso la fine degli anni '50 con la sua famiglia è stato costretto a lasciare gli insolubri Sassi per trasferirsi in città, di quella svolta o potremmo chiamarla manna che ha significato per Matera e i suoi abitanti il riconoscimento dell'Unesco nel 1993, di  questo B&B  aperto nel 2012 con i risparmi di una vita per dare opportunità di lavoro ai suoi tre ragazzi, del suo lavoro quotidiano nei mercati dove vende biancheria intima. Nel suo racconto prezioso, mille volte più vivo di una guida, si mescolano storia personale e storia collettiva, si intuiscono difficoltà e sacrifici, anche l'orgoglio per il percorso fatto e un grande amore per questa sua terra.  E' insieme a Michele la nostra prima passeggiata piena di stupore fra i Sassi. (B&B del Castelvecchio 3394087713/  3338338555 -  delcastelvecchio@gmail.com)
Già, Matera e i suoi famosi Sassi , parliamone. Visitare questa città era un altro dei miei sogni nel cassetto, ne avevo letto, avevo visto dei reportage, ma mi sono accorta che non avevo capito niente, non mi ero resa conto, questi benedetti Sassi in fondo erano un'entità astratta, dei miei immaginari monoliti mentali che nulla avevano a che vedere con la realtà, con lo spettacolo che si offre agli occhi. 
"Nessuna descrizione può essere sufficiente a preparare il visitatore allo spettacolo della vasta città di tufo costruita nei fianchi della Gravina di Matera" scrive a giusto titolo la Lonely Planet.  Esperienza entusiasmante, ma chi se le aspettava queste due immense conche brulicanti di grotte e di case scolpite nella roccia come in un presepe? Come immaginare che da questi ostici ventri di pietra della terra delle Murge scaturisse così tanta vita?  Antiche pietre abitate da sempre come a Gerico o ad Aleppo, queste grotte,  come in un teatro a cielo aperto, offrono lo spettacolo del più esteso insediamento preistorico del Mediterraneo, un remoto passato che continua fino ai nostri giorni perché nel Sasso Barisano e nel Sasso Caveoso, lungo i secoli, le grotte sono state progressivamente ampliate e sviluppate fino a diventare verie e proprie case. 
E un pomeriggio, per saperne di più, per guardare cercando di capirci qualche cosa, per orientarci in questa particolarissima città, una lunga camminata fra i Sassi con la guida, consigliataci da amici, il Signor  Liborio Nicoletti (tel. 320 72 74 859 - liborionicoletti@gmail.com). Ragazzi che scarpinata, su e giù, scale, scalini, camminamenti, vicoli tortuosi, grotte, case, chiese rupestri, bellissime Madonne e Liborio che spiega e racconta, una volta ancora la storia con la "s" minuscola che si intreccia a quella con la "S" maiuscola. Matera  roccaforte imprendibile dell'antichità, Matera, prima città del Mezzogiorno ad insorgere contro il nazifascismo, Matera e quei Sassi che fino al XX° secolo hanno rappresentato un buon sistema abitativo grazie a ingegnosi canali che garantivano la fornitura idrica e la rete fognaria, con persino i giardini pensili sui tetti, non a caso è stata capitale della Basilicata fino al 1806 prima di Potenza. Poi un progressivo degrado dovuto all'incremento eccessivo della popolazione, alla miseria, alla malaria, all'occupazione di grotte destinate in origine agli animali e non agli uomini, antri bui senza acqua e servizi, avere una finestra era il sogno di molti, un tasso di mortalità infantile del 50%, i Sassi che finiscono per assomigliare a una bolgia dell'inferno dantesco che Carlo Levi, confinato in Lucania, non esiterà a denunciare.
Solo del 1936 l'annuncio del Duce dell'allacciamento all'acquedotto pugliese e verso la fine degli anni '50, circa 15.000 persone vengono costrette ad abbandonare i Sassi per trasferirsi in abitazioni messe a disposizione dall'amministrazione pubblica.  Ma, spiega Liborio, con lo svuotamento progressivo dei Sassi ne muore l'anima, ovvero "il vicinato" quel vivere gomito a gomito fatto di relazioni, di solidarietà, di partecipazione reciproca al difficile quotidiano  comune. "La vicina ti devi imparare" è un detto tipico di queste parti. Negli anni '70-80 e fino a metà 90 i Sassi diventano appannaggio di brutta gente, droga, delinquenti, malavita. Artisti ed intellettuali si mobilitano (Pasolini, Arrabal, Lina Wertmueller...), propongono di farne una cittadella del cinema, in parlamento si avvia finalmente un vivace dibattito sul loro recupero: lottizzazione? colate di cemento, alberghi e ristoranti? trasformazione in un museo a cielo aperto? Soluzioni che ridanno ossigeno e rianimano i Sassi o scelte che ingessano solo la storia passata? 

Non ho seguito da vicino le vicende politiche e culturali di Matera e non mi permetto di dare alcuna risposta; Liborio, appassionato paladino dei suoi Sassi, ogni tanto ci mostra con disappunto gravi lacune nel procedere del recupero, come quei resti di antichissime tombe lasciati alle intemperie senza alcuna protezione o quella casa ebraica o sinagoga di cui nel restauro si sono completamente coperti i segni caratteristici incisi sui muri esterni. Certo, strada facendo, si saranno fatti degli errori, ma al visitatore ignorante quale sono Matera è sembrata assolutamente straordinaria e molto attenta a preservare e valorizzare il proprio incredibile patrimonio. Non è certo un caso se è arrivata la conferma ufficiale della sua nomina a Città Europea della Cultura 2019.





   

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