lunedì 2 marzo 2020

il golfo di Pozzuoli a volo d'uccello



Per una volta anche a Napoli diluvia con qualche breve interruzione e repentini sprazzi di luce. Se fossi a Milano me ne starei a casa tranquilla al calduccio con un buon libro in mano, ma sto facendo la turista e non va persa nessuna occasione per conoscere e visitare nonostante l'ombrello. Ci si offre l'opportunità di fare un giro in macchina con due amiche napoletane che ci dedicano il pomeriggio, naturalmente ne approfittiamo. Scendendo dalla collina di Posillipo lungo l'alberata via Manzoni si apre davanti agli occhi il golfo di Pozzuoli limitato alle due estremità da Capo Posillipo e Capo Miseno. Primo incontro di percorso  la Grotta di Seiano chiusa in quel momento di cui vediamo purtroppo solo il maestoso ingresso. La grotta di Seiano,  che fa parte del Parco Archeologico del Pausilypon è una galleria artificiale scavata nel tufo di circa 780 metri realizzata in epoca romana; la grotta è stata rinvenuta per caso a metà '800 durante i lavori di realizzazione di una nuova strada e durante la II guerra mondiale è stata utilizzata come rifugio antiaereo per gli abitanti di Bagnoli. All'abbandono per molti anni, ha riaperto i battenti nel 2009 ed è la suggestiva via d'accesso per il Parco Archeologico dove avremmo visto i resti della villa del ricco cavaliere romano Publio Vedio Pollione. Non ce l'abbiamo fatta, sarà per la prossima volta da queste parti.
   
                                                               
Ed ecco in lontananza fra le brume la piccola isola di Nisida e i famosi Campi Flegrei su cui mi spaccavo le meningi nelle traduzioni latine liceali, li decantava Orazio, ci "tenevano" casa Cicerone, Lucullo e anche Tiberio. A Capua gli ozi, nei campi flegrei il buen retiro. Nisida  è una isola di origine vulcanica collegata alla terraferma di Bagnoli da un lungo pontile carrozzabile ma non vi si può accedere perché c'è un istituto carcerario minorile. L'area di Bagnoli, dove si situano i Campi Flegrei, era conosciuta per i suoi luoghi termali prima che, con l'obbiettivo di creare infrastrutture e modernizzare l'area, non  li si volesse convertire in zona industriale.  Difatti Bagnoli è sinonimo di tradizione operaia in quanto sede di uno dei più grandi poli industriali del mezzogiorno e, in particolare, delle acciaierie dell'Ilva ex Italsider, attive dall'inizio del '900 e dismesse negli anni '90. I vari progetti per la riqualificazione dell'area sono una storia brutta, lunga e complicata che non mi sogno di raccontare, propongo però un link che riassume la tormentata cronistoria. In quel panorama che comprende il mare, lo splendore del golfo, la vista di Nisida, Bagnoli, Pozzuoli, Capo Miseno e persino Procida e Ischia,  quello che ora appare nell'immensa pianura  dei Campi Flegrei è un triste esempio di archeologia industriale in attesa di nuova, miglior vita. https://www.ilsole24ore.com/art/bagnoli-storia-lunga-24-anni-ma-riqualificazione-non-e-mai-partita-ABf50ocB

All'orizzonte e sempre più vicino si vede Pozzuoli, o diciamo meglio la sua punta estrema e più antica che è il Rione Terra, dove si trova l'acropoli di un insediamento che risale agli ultimi secoli a.e.v. Queste preziose testimonianze storiche, affondate nel mare, sono apparse agli archeologi dopo che l'attività vulcanica degli anni '80 aveva costretto gli abitanti del quartiere a evacuare la zona e parti dell'antica "Puteoli", fondata 5 secoli a.e.v. da un gruppo di esuli provenienti dall'isola di Samos nel mar Egeo, si sono rivelate in superficie. Particolarità di Pozzuoli, per attività vulcanica si intende quel fenomeno detto bradisismo che interessa tutto il golfo e l'area prospiciente dei Campi Flegrei e che consiste, detto in parole molto povere, in un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo per via dell'aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo che provocano variazioni dei livelli tellurici fino a 7-10 metri verso l'alto o verso il basso.
Colorati e ben tenuti la strada e il lungomare che da Bagnoli portano a Pozzuoli, grande la sorpresa nel vedere nella piazza centrale le rovine del I-II secolo e.v. , non visitabili, di quello che viene impropriamente chiamato il tempio di Serapide per il ritrovamento di una statua del dio egizio nel 1750.  Ho scritto impropriamente perché gli studi archeologici successivi hanno rilevato trattarsi in realtà dell'antico "Macellum" ovvero il mercato pubblico della Puteoli romana. Un luogo importante anche a livello scientifico perché è stato prezioso indice metrico per osservare e studiare il fenomeno del bradisismo. 
L'ultima meta  della nostra passeggiata è il poco distante lago d'Averno,  situato nel bacino di un cratere vulcanico spento. Mitico luogo per gli antichi poiché ritenuto l'accesso per l'oltretomba, l'Ade per i greci, gli inferi per i latini. Secondo Dante questa era la dimora terrena di Lucifero, secondo il poeta Virgilio nell'Eneide è da qui che l'eroe Enea deve passare per entrare nel regno dei morti e delle ombre e poter incontrare il padre. E, sempre da queste parti, anch'io come Enea, avrei voluto andare nell'antro della Sibilla Cumana, non per sentire il suo oracolo, non mi piacciono le predizioni, ma per visitarlo. Altra particolarità del panorama è il Monte Nuovo (foto in basso), una   collinetta verdeggiante, riserva naturale,  fra il mare è il lago. Leggo che alta 134 metri, è la montagna più giovane d'Europa perché spuntata all'improvviso alle 8 di sera del 29 settembre 1538 dopo un'eruzione vulcanica durata 6 giorni.  Mi immagino lo choc degli abitanti dell'epoca, vai a letto la sera vedendo il mare e l'indomani mattina ti ritrovi davanti una montagna!! Grazie Assunta e Cristina, ho considerato questo giro di 3 ore in macchina con voi come un buon aperitivo, giusto per suscitare l'appetito di ritornare e scoprire più approfonditamente questo patrimonio così ricco di storia, bellezze naturali e miti. 














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