lunedì 9 settembre 2019

a magical texan wedding (seconda parte)

Preparativi e prove generali: Non amo particolarmente le cerimonie, trovo molto più divertenti i momenti che precedono l'evento e anche questa volta non ha fatto eccezione. Si sa che organizzare un matrimonio con tanta gente e in una sede lontana non è cosa da poco e già a Denver i futuri sposi avevano lavorato un sacco, per esempio una cartina che mostrava le varie dislocazioni del ranch e in quale luogo ogni ospite avrebbe alloggiato. A me, zia dello sposo, è andata di lusso, ero sistemata nella Main Lodge, la più grande e la più bella. E' stato interessante andare con Mandy, grande amica della sposa e deus ex machina dell'allestimento floreale, in un magazzino di fiori a scegliere e ritirare rose, ranuncoli, peonie e tanto altro ancora. Molto vivace e simpatica la Mandy, in macchina rideva e raccontava un sacco di cose della sua vita, peccato che con quel suo accento americano non capissi quasi un cazzo ma me la sono cavata sorridendo in continuazione e annuendo con tanti "yes". Nel lungo fine settimana al ranch, mentre gli ospiti se la godevano, lei lavorava indefessamente in un enorme stanzone con cella frigorifera e sfornava bouquet per i tavoli manco fosse un fornaio con i panini. Già belli freschi e pronti per tempo anche un'immensa Magnum di champagne e una ciotola di petali di rose per gli sposi.
Divertentissimo andare in un grande magazzino di Waco a cercare con Marco e i testimoni, tre da Milano e uno da New York, camice, cappelli e gilet, mio fratello aveva già portato dall'Italia la cravatta di cuoio texana uguale per tutti con uno stemma che aveva addirittura fatto fare su misura, una vera sciccheria. Per gli stivali free style, ognuno si è arrangiato a modo suo, comunque mio fratello se li era comprati di struzzo e li ha pure messi, e chi l'avrebbe detto? Secondo me era stupito pure lui di se stesso, ma cosa non si fa per i nostri piezz' e core. Durante le varie prove i ragazzi ridevano e scherzavano come matti, mi è piaciuto tanto stare con loro.
Nel frattempo, e per ben due giorni, al ranch era iniziata la preparazione delle varie carni e soprattutto del brisket, il must culinario texano. Col suo camion-barbecue piazzato in un viale del ranch, il pit master (si chiama così lo specialista del barbecue)  inizia a marinare con varie spezie la carne e ad affumicarla. In un sito ho trovato scritto che più che un pezzo di carne, in tutti gli Stati Uniti e nel Texas in particolare, il brisket è una religione fatta di attente cotture e salse particolari, ci sono addirittura ristoranti specializzati in materia. Il brisket è il petto del manzo, un taglio di carne non facile da trattare perché molto grosso e ricco di tessuti connettivi che hanno bisogno di lunga cottura per diventare morbidi. Il segreto per un buon brisket sarebbe dunque la cottura lenta aiutata dal fumo e un buon  rub (miscela di spezie macinate e sfregate sulla carne). E alla cena di festa, oltre al brisket, di affumicato c'erano pure tocchetti di carne detti "burnt ends, il pulled pork e del pollo, tutte specialità U.S.A. Senz'altro più salutare per vegani e vegetariani non partecipare al banchetto.
E per finire, appuntamento alle 5 del pomeriggio davanti alla chiesetta per le prove generali. Il matrimonio, per la sposa in particolare, è un momento topico, tempi e modi vanno rispettati e tutto deve essere perfetto,  Heather ci teneva!! Ah, dimenticavo, c'era anche la Wedding Planner che di questi tempi pare vada molto di moda. 
Il wedding:  Finalmente arriva la fatidica ora X, gli astanti seduti a semicerchio davanti alla chiesetta, damigelle  e "damigelli" d'onore accanto agli sposi. In modo semplice e conviviale il pastore Charlie secondo il rito protestante unisce gli sposi che, per la futura vita comune, si fanno reciprocamente un sacco di promesse e speriamo  che le mantengano. Mio fratello poi, seguendo informalmente la tradizione ebraica, mette il talled sopra il capo di Heather e Marco, a significare l'inizio di una nuova famiglia, e recita in ebraico la preghiera-benedizione. Come tradizionalmente si usa nella nostra tribù, Marco romperà un bicchiere schiacciandolo sotto il piede.  
Come si conviene seguiranno poi baci, abbracci, brindisi, qualche lacrimuccia, manicaretti texani,  chiacchiere, musica rigorosamente country e balli fino a notte inoltrata. La sottoscritta aveva trovato in camera un cappello rosa da cowboy e sfidando il bon ton  europeo se l'è messo, mancava giusto il sigaro in bocca invece delle sigarette. Grazie di cuore, sono stati dei giorni fantastici quelli passati al ranch, i più belli del soggiorno americano perché, oltre e più di un matrimonio, con grande naturalezza e semplicità si è festeggiata l'amicizia, lo stare bene insieme, la gioia dell'incontro e dello scambio fra bambini giovani e vecchi e ognuno con la sua diversa esperienza di vita: un melting pot davvero riuscito. Last but not least: in bocca al lupo ragazzi!!! 
   

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