Ugo Rondinone: "Four seasons" alluminio
Jaume Plensa: "I tre alchimisti" bronzo e patina naturale
Ed Ruscha: "Sea of Desire" pittura su pannello metallico. L'opera che da il titolo alla mostra
Alexandre Farto, Aka Vhils: "Scratching the surface Porquerolles" facciate scolpite
Alexandre Farto, Aka Vhils: "Scratching the surface Porquerolles" facciate scolpite
Gonzalo Lebrija: "Avion" foglio di acciaio Corten - Nils- Udo: " La Covata" marmo bianco di Carrara
Foto sopra: Il bookshop della Fondazione. Foto sotto: Jean Denant: "La Traversée" inox levigato-specchio. ( viene alla mente quel grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo del progetto "Love difference" di Michelangelo Pistoletto. (http://www.saranathan.it/2013/11/il-registro-degli-indesiderabili.html)
Da un'intervista a Edouard Carmignac:
Perché ha iniziato a collezionare opere d’arte? Qual è stata la motivazione principale?
Ho iniziato per un semplice motivo: non mi piacciono le pareti bianche, completamente spoglie, mi ricordano gli ospedali. A 18 anni, quando mi sono trasferito nel mio primo appartamento, poster come Après moi le sommeil di Max Ernst, decoravano il mio appartamento. Molto presto ho cominciato ad essere attratto dall’arte e dagli artisti. Ero affascinato dagli artisti in quanto i più talentuosi sembravano essere insolitamente liberi, persino ribelli. Mi piace collezionare arte come antidoto al conformismo e alle convenzioni sociali, soprattutto autori come Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Roy Lichtenstein. Il loro linguaggio rivoluzionario, oggi universalmente riconosciuto, è sempre stato fonte d’ispirazione e di energia.
Quale sarà il tema della mostra di apertura?
L’esposizione inaugurale Sea of Desire, curata da Dieter Buchhart, analizza tematiche a me care quali lo spirito di ribellione e di cambiamento, rispecchiando la filosofia della collezione. Sea of Desire è stata concepita come un viaggio attraverso cui indagare il dialogo tra artisti iconici quali Sandro Botticelli, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Gerhard Richter, Jeff Koons, e Jean-Michel Basquiat e artisti più giovani, le cui voci, sebbene non ancora parte del canone artistico internazionale, sono altrettanto chiare e forti.
L’esposizione inaugurale Sea of Desire, curata da Dieter Buchhart, analizza tematiche a me care quali lo spirito di ribellione e di cambiamento, rispecchiando la filosofia della collezione. Sea of Desire è stata concepita come un viaggio attraverso cui indagare il dialogo tra artisti iconici quali Sandro Botticelli, Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Gerhard Richter, Jeff Koons, e Jean-Michel Basquiat e artisti più giovani, le cui voci, sebbene non ancora parte del canone artistico internazionale, sono altrettanto chiare e forti.
E per le sale immense, bianche immacolate, come ormai sono tutti i nuovi spazi museali, sfilano Rothko e Willem de Kooning, la Venere di Botticelli e L'Angelo Caduto di Basquiat, le donne di Lichtenstein e quel piglia per il culo di Cattelan, Warhol con i suoi mostri sacri di Lenin e Mao, icone pop per eccellenza, La Fontana di pesci di Bruce Nauman e i fantastici, onirici fondali marini di Miquel Barcelò. Personalmente mi colpisce la natura circostante che prepotente sembra non volere fare mai un passo indietro, protagonista sempre in prima fila attraversando e inondando di verde e di luce stanze, vetrate e corridoi. Se si dovesse fare una gara tra le sue opere e quelle degli artisti, probabilmente vincerebbe lei un sacco di volte, ma il tripudio più grande è quando interagiscono e ci sorprendono creando insieme.
Tom Sachs: Bonsai
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