martedì 13 dicembre 2016

sul Golan il caffè si prende all'ONU

Ci tenevo proprio, dopo tantissimi anni, a ritornare sul Golan e rivedere le sorgenti del Giordano, questo piccolo grande fiume, così importante perché l'unico di questa irrequita area medio-orientale. Scrivo piccolo perché se paragonato ad altri fiumi del nostro pianeta la sua portata è veramente modesta tenuto anche conto dell'impoverimento per l'intenso sfruttamento; nei vari punti in cui l'ho visto in questo periodo dell'anno dopo mesi di siccità  il suo corso d'acqua mi è apparso più un torrente di montagna che un fiume. Scrivo grande perché la sua rilevanza religiosa e storico-geografica è immensa: le sue acque che purificano attraverso il battesimo sono simbolicamente sacre per la Cristianità; a parte la costosissima desalinizzazione del mare e la tecnologia israeliana che ricicla l'80% delle acque usate, il Giordano  è l'unica risorsa idrica naturale di acqua dolce per  Libano, Israele, Siria, Cisgiordania e Giordania, i paesi che attraversa e di cui a tratti funge anche da confine naturale.
Il Giordano nasce dal monte Hermon che iniziava appena a coprirsi di neve e le cui cime ci appaiono in lontananza fra le brume bianche; con i suoi 2224 metri di altezza è naturalmente la montagna più alta del paese e nei pochi mesi invernali gli israeliani salgono sulle pendici  per sciare anche se le piste sono veramente poche, ma mettere gli sci da quelle parti col caldo che fa è davvero un must, non so   se mi spiego..... Il fiume poi raggiunge il lago di Tiberiade e sfocia nel Mar Morto che è sempre più morto perché negli anni la portata del fiume è progressivamente diminuita tanto è vero che si pensa di alimentarlo con le acque del mar Rosso, ma per il momento gli investimenti non ci sono e gli ecologisti temono ripercussioni nefaste sull'ambiente. Arriviamo sul Golan di sera dopo il giro a Safed; vista l'asprezza del terreno non siamo certo sulle Alpi, ma gli chalet di legno di Rimonim Neve Ativ, il villaggio turistico dove Eldad ha prenotato per passarci la notte, fanno proprio Svizzera. Sono chalet minuscoli allineati in fila indiana col tetto a punta e mi fanno pensare alle casette delle fiabe. Poco lontano su un cucuzzolo abbiamo visto la Fortezza di Nimrod. C'è chi pensa che sia stata costruita nel 1129 per proteggere la città di Banias da aventuali attacchi provenienti da Damasco e chi invece la ritiene più tardiva, del 1218 circa, eretta per difendere la strada che collegava Damasco alla costa mediterranea durante la sesta crociata. Quello che è certo è che mussulmani e cristiani si sono alternati nell'occuparla fino a che ci ha pensato un terremoto nel 1700 a trasformarla in ruderi.

Nel Golan il Giordano nasce dalla confluenza di tre fiumi Hasbani, Banias e Dan  e noi visitiamo  le sorgenti dei due ultimi. Al parco della riserva naturale di Banias vi si accede da due punti entrambi ricchi di vestigia archeologiche che hanno permesso di ricostruire sulla carta come dovevano essere i luoghi nei tempi antichi. Là dove ora c'è la grotta che probabilmente conteneva una statua del dio Pan e nell'area prospicente si possono dedurre, come propone la foto qui sotto, le rovine di un palazzo con le dipendenze, fatto costruire da Agrippa II, nipote di Erode e il nome Banias sarebbe una deformazione di Pan, dio della natura cui la zona era dedicata come risulta da iscrizioni ritrovate nel sito.

Basso il livello idrico anche all'altra sorgente, quella dell'affluente Dan, che è la più copiosa e
dove, in primavera, dopo lo scioglimento delle nevi, tanti piccoli ruscelli confluiscono nel Dan, ma adesso tutto era drammaticamente asciutto tranne il corso principale. Anche la riserva naturale di Tel Dan è un sito archeologico con i suoi reperti di un'antica città biblica.
-Questo pomeriggio, dopo la visita alle sorgenti del Giordano, ti porto a prendere il caffè all'Onu- mi dice Eldad la mattina a colazione. Ovviamente non capisco, ma sto zitta e non faccio domande, adoro le sorprese. Il mistero si chiarisce alle 4 quando fra un girovagare e l'altro fra monti e valli arriviamo al monte Bental e vedo il  cartello qui a fianco. Certo, fra Kofi Annan, settimo Segretario generale delle Nazioni Unite dal '97 al 2006 e Coffee Anan la grafia è diversa, ma il suono è uguale e si presta allo scherzo. 
Il Monte Bental come altre alture è stata teatro di aspri scontri con la Siria durante la "guerra dei 6 giorni" del giugno '67 e poi postazione militare, ma adesso è un parco naturale protetto e la sommità è diventata un caffé con sculture fatte di residuati di reperti bellici rimasti all'epoca sul posto. Sul vicino Monte Avital si trova invece una postazione militare chiusa al pubblico. Entrambi i monti sono due crateri spenti di uno stesso vulcano. Il panorama è veramente a 360° gradi, si vede la Siria, il Libano, il monte Hermon, la valle della Hula lambita dal Giordano, tutti questi confini così vicini e purtroppo politicamente così lontani. Dal Belvedere del Monte Bental  si vede anche, tutta bianca in fondo all'altipiano, la siriana città di Quneitra. Gli israeliani l'avevano bombardata nel '67 e  quando è stata restituita dopo l'armistizio del '73 i siriani hanno preferito costruire una nuova città accanto piuttosto che restaurare la vecchia. Non mi lancio mai in discussioni politiche, non ne ho la competenza e poi non è questo l'obbiettivo del mio blog, ma leggendo per documentarmi ho trovato questo link che propongo alla lettura, mi è sembrato molto chiaro. 
http://www.israele.net/la-guerra-dei-sei-giorni-e-i-tentativi-di-riscrivere-la-storia





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