lunedì 8 ottobre 2012

schnitzel, falafel e kebab

Già il titolo del post mi sembra la dica lunga sul melting pot che anima le strade viennesi. I proprietari della nostra pensione, per esempio, erano un'amabilissima famiglia iraniana che lasciando ogni bene ha tagliato la corda come molti altri  (a sentire loro in America ce ne sarebbero 4 milioni) negli anni 80, poco dopo l'arrivo dell'ayatollah Komeyni; molti  taxisti sono turchi e più che tedesco in giro si sente parlare polacco, rumeno, russo e vari altri idiomi che non ho saputo riconoscere. Comunque è  rassicurante, perché quello lo conosco, che ai chioschi si venda sempre  il solito wuerstel lesso e croccante con senape; il mondo cambia, si, ma non del tutto.


Una Vienna ancora più internazionale, se possibile, perchè era la settimana del design, esposizioni e iniziative culturali ovunque, masse di giovani e creativi di ogni latitudine a zonzo per la città. In certe piazze e agli angoli di certe strade si offrivano gratuitamente mestolate di minestra da gustarsi poi sul prato.
Il sabato mattina non si può non andare al Nashmarkt, il mercato di Vienna per antonomasia. Molto vasto, si estende per oltre 500 metri lungo la Linke Wienzeile e se durante la settimana abbondano le bancarelle di carne, frutta e verdura, spezie, formaggi e olive, nel fine settimana è mercatino delle pulci pieno di atmosfera: indumenti usati e merci ammucchiate in rigoroso disordine sul marciapiede, libri, dischi, vecchi apparecchi elettrici, cartoline e i soprammobili più inutili.  

Il Naschmarkt è anche una kermesse culinaria di grande ricchezza e varietà, eccellenti kebab e falafel, ma per i palati anche sollecitazioni italiane e balcaniche, ostriche francesi, ristoranti e ristorantini asiatici, indiani e naturalmente austriaci, affascinanti in quel casino brulicante e pieno di vita che sanno essere i mercati.
In un angolo della via un vero, bravissimo musicista abbondantemente gonfio di vino che chissà per quale storia di vita è finito a suonare sotto le stelle. Come si addice a un vero concerto presenta compitamente ogni pezzo che suonerà e con una bacchetta da xilofono picchietta straordinariamente delle bottiglie. Ne escono  magicamente melodie stupende, fra cui Mozart con la sua serenata "eine kleine Nachtmusik" che il nostro concertista di strada soprannomina simpaticamente " eine kleine Flasche Musik" ( una piccola musica di bottiglia).

Ma l'importanza della Linke Wienzeile, strada imperdibile dove aveva la sua dimora Joseph Strauss, compositore come il più celebre fratello Johann, non risiede solo nel suo vivace mercato, ma soprattutto nei suoi stupendi palazzi. Due per tutti in particolare, quelli straordinari, capolavori assoluti dell'art nouveau realizzati da  Otto Wagner nel 1899. La Majolikahaus al numero 40,  deve il suo nome alle piastrelle di ceramica utilizzate per realizzare i fluenti motivi floreali della facciata. Certo eravamo curiose di vedere anche l'ingresso interno, ho suonato un campanello a caso e qualcuno ci ha aperto.     

Altrettanto spettacolare l'edificio adiacente, al numero 38, con le inferriate formate da foglie di metallo e figure di giullari sul tetto sempre di Wagner, ma con l'intervento anche di Kolo Moser per quanto riguarda i medaglioni metallici.






Bello constatare che i semafori viennesi emettono un ticchettio acustico per informare i non vedenti e per loro c'è anche la scritta in Braille.

La sera finisce in gloria nell'antica sede del  Ginnasio Accademico dove si teneva  un concerto con balletto e canto. Alla Staatsoper  c'era in programma Boris Godunov e francamente non ce la siamo sentita, ma impensabile venire nella melomane  Vienna, patria di compositori immensi, e non prevedere almeno qualche walzer di Strauss. Sull'ingresso all'esterno c'erano due targhe: in una si diceva che in questo liceo  avevano studiato Hugo von Hofmannstahl  e Arthur Schnitzler, nell'altra c'era scritto: "In memoria di quegli allievi e professori che nel 1938 hanno dovuto abbandonare la scuola perché erano ebrei".

 
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2 commenti:

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  2. Voluttuoso. Il percussionista dimostra l'ispirazione che Vienna ha sempre esercitato sui musicisti http://www.youtube.com/watch?v=r8jN1treRKQ (indimenticabile tema dal "Terzo uomo" eseguito da Anton Karas nel 1948).

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