Ma oltre al frustrante senso di inadeguatezza che ti assale quando guardi incredula certe mountain bike inerpicarsi con disinvoltura per salite improponibili e quadricipiti gagliardi toccare le vette come fossero coni di panna montata, la lentezza offre anche dei vantaggi. Tanto per cominciare ti obbliga a fare i conti con l'età e a misurarti con i tuoi limiti fisici e non solo, è poi l'occasione per concentrare l'attenzione sui dettagli, magari apparentemente insignificanti.
Non è forse di una lunga serie di quelli che in fondo è impastata la nostra storia? In proposito, mi vengono in mente le parole di una vecchia canzone di Ornella Vanoni "......a forza di dettagli stai cambiando la nostra vita...... ".
Fra Moso e Sesto, qui in val Pusteria, c'è una lunga passeggiata facile e piana che fra case, prati e boschi costeggia la parallela strada provinciale e ha molte cose da raccontare. Non è certo originale, il bucato è una banalissima quotidianità, ma che bello quando è steso all'aperto e balla col vento, altro che asciugatura in lavatrice, trovo che sappia veramente di pulito e profumato; mi mette allegria.
Adoro la voce dei ruscelli di montagna con le loro acque cristalline e gelide, non finisco di ammirare il tripudio di colori dei balconi, delle peonie talmente grosse che si riposano appoggiandosi alla staccionata e la delicata modestia di certi fiori spuntati generosamente dal nulla come i cardi selvatici.
Ogni tanto lungo il percorso ci sono dei pannelli che spiegano tante cose: quanto siano importanti le malghe per l'economia rurale montana, i diversi tipi di mangime del bestiame, le varie forme di stenditoi per l'essicazione del fieno, quei 25 litri di latte che servono per produrre un chilo di burro, come si fa il formaggio.
Interessante leggere ed imparare, ci sono talmente tante cose che consumiamo e di cui in fondo non sappiamo nulla; mi ha intrigato il pannello delle varie razze di mucche e colpisce la precisione e la dovizia di particolari. Della razza "simmental", per esempio, (credevo fosse solo il nome della carne in scatola) si dice che ce ne sono ben 229 esemplari a Sesto e che è longeva e di buon carattere.
A fine passeggiata Sesto mi offre un regalo inaspettato, il museo Rudolf Stolz. Ma chi l'avrebbe detto che in un buco di paese, quattro case e una chiesa tra le montagne, ci potesse essere uno spazio museale così bello, un vero piccolo gioiello, non solo per l'esposizione delle opere dell' artista che deve la sua fama di massimo affrescatore dell'epoca del Sud Tirolo agli affreschi della stazione ferroviaria di Innsbruck, purtroppo andati distrutti durante la seconda guerra mondiale, ma anche per la qualità architettonica e la sobrietà di gran buon gusto degli spazi, finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano.
CHE GIOIA ROMPERE IL TRANA TRAN QUOTIDIANO E TROVARE IL TEMPO DI LEGGERTI!
RispondiEliminaCara Sara ,mi piace molto leggere i tuoi appunti di viaggio li trovo sempre deliziosi e pieni di poesia ...aspettando il prossimo ti saluto affettuosamente . baci Giusi
RispondiEliminaTi leggo sempre con gioia.vorrei sentiti anche a voce.chissà .....
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