mercoledì 5 ottobre 2011

la supersport rossa fiammante

Qui
alla Morte
è tornato
Dino Buzzati
che
con lei visse
dolcemente
abbracciato

Leggo sul Corriere di martedì 4 ottobre, questo epitaffio che Indro Montanelli scrisse fra molti altri a partire dagli anni Cinquanta per le tombe di vari personaggi illustri, allora tutti ancora beatamente in vita. Il giornale informa che le caustiche lapidi funerarie del grande giornalista sono raccolte in un libro di Rizzoli  appena uscito in libreria: "Ricordi sott'odio. Ritratti taglienti per cadaveri eccellenti". Mi sono soffermata su quello di Dino Buzzati, perché il giornalista-scrittore-pittore è da sempre una mia grande passione. La mia prof. di lettere alle medie si chiamava Laura Diena, donna straordinaria, animata dal sacro fuoco della trasmissione del pensiero e della letteratura. Ogni tanto arrivava in classe col Corriere e ci leggeva un elzeviro, modo, in quegli anni, totalmente rivoluzionario per mettere da parte manuali noiosi e spesso stantii e farci aprire orecchie, cervello e cuore. Il primo fu proprio "I due autisti" di Dino Buzzati. I due autisti sono quelli che su un austero carro mortuario tutto nero accompagnano il feretro della madre morta da Milano a Belluno, dove  verrà seppellita. Dapprima affiorano ricordi, rimorsi e rimpianti dell'autore, nessuno è mai un figlio perfetto e poi Buzzati si interroga sull' ultimo viaggio della madre. La consapevolezza che lei trascorre quelle ultime ore con due illustri sconosciuti, le ultime voci della vita non appartengono ai figli, le sono estranee. Quali gli ultimi discorsi uditi? "Di che cosa parlavano? Del caldo? Del tempo che avrebbero impiegato nel ritorno? Delle loro famiglie? Delle squadre di calcio? si indicavano l’un l’altro le migliori trattorie scaglionate lungo il percorso con la rabbia di non potersi fermare? Discutevano di automobili con la competenza di uomini del mestiere? anche gli autisti dei furgoni funebri appartengono, in fondo, al mondo del motore e i motori li appassionano. O si confidavano certe loro avventure d’amore? ti ricordi quella biondona di quel bar vicino alla colonnetta dove noi ci si ferma sempre a far benzina? Proprio quella. Ma va’, racconta allora...."(1)  E Buzzati immagina come sarebbe stato più bello per l'ultimo viaggio della sua mamma farla sfrecciare in autostrada su una supersport rossa fiammante. "Era un viaggio lungo, di oltre trecento chilometri, e benché la autostrada fosse sgombra, il nefasto carro procedeva lentamente. Noi figli seguivamo in macchina ad un centinaio di metri e il tachimetro oscillava sui settanta-settantacinque, forse era perché quei furgoni sono costruiti per andare lentamente ma io penso che facessero così perché era la regola, quasi che la velocità fosse una irriverenza ai morti, che assurdità, io avrei invece giurato che a mia mamma sarebbe piaciuto correre via a centoventi all’ora...." (1) "Alla Morte è tornato Dino Buzzati che con lei visse dolcemente abbracciato", scrive MontanelliLa Morte, appunto. Sono forse irriverenti la velocità e quella immaginaria scattante supersport rossa? Ma perché? la Morte è forse rispettosa?

(1) I due autisti- La Boutique del Mistero- Oscar Mondadori. 

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